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Rai, il sindacato dei giornalisti (Usigrai) protesta: pubblicate i compensi di tutti, anche degli artisti e dei collaboratori esterni

La statua del ''Cavallo morente '' di Francesco Messina, esposta all'ingresso della sede Rai di viale Mazzini a Roma, in una foto d'archivio. ANSA / GUIDO MONTANI

ROMA – In attesa che l’Azienda pubblichi effettivamente i compensi dei dirigenti, come preannunciato (oggi 25 luglio 0re 12,45 non è stato fatto) il sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) incassa il colpo della pubblicazione dei loro lauti emolumenti, ma reagisce affermando di essere per la trasparenza sempre. “Non a giorni alterni. E allora noi vogliamo una vera ”casa di vetro”: la Rai pubblichi tutti i dati. Non solo alcuni”. E’ quanto si legge in una nota dell”esecutivo Usigrai che pone una serie di quesiti: ””A quanto ammontano gli appalti? Quali sono le società di produzione che guadagnano di più? Chi sono gli agenti più utilizzati? E quali sono gli ingaggi dei conduttori, anche delle trasmissioni informative?” “Sono solo alcune delle domande – sottolinea l”Usigrai – alle quali il cosiddetto Piano Trasparenza non dà risposta.

Notiamo poi che buona parte degli esterni assunti di recente sono tra i più pagati. E in più, ben 15 sono anche a tempo indeterminato. Un motivo in più per dire che le infornate dall’esterno sono spesso inutili e fonte di sprechi. E per attendere il parere dell”Anac e della Corte dei Conti al nostro esposto sulle nuove assunzioni”.

CODACONS – Sulla vicenda degli stipendi Rai il Codacons annuncia un esposto alla Corte dei Conti, “che verrà presentato oggi stesso”. “Numerosi direttori Rai guadagnano stipendi superiori ai 300mila euro annui, e molti altri hanno compensi compresi tra i 200 e i 300 mila euro – attacca il presidente Carlo Rienzi – Già questo basterebbe per gridare allo scandalo, ma c”è dell”altro. Secondo quanto riportato in queste ore dai mass media, una folta schiera di giornalisti e manager della rete percepirebbe stipendi tra i 205 e i 240mila euro annui senza ricoprire alcun incarico: in buona sostanza vengono pagati per non lavorare”. “Di sicuro siamo di fronte ad una vergogna nazionale – prosegue Rienzi – ora però il Codacons vuole andare a fondo e capire se si configuri o meno anche una forma di danno erariale, dal momento che gli stipendi Rai vengono pagati con i soldi dei cittadini raccolti attraverso il canone. Per tale motivo presentiamo oggi stesso un esposto alla Corte dei Conti, affinché acquisisca i dati sui compensi di direttori, manager e giornalisti Rai, e verifichi la congruità degli stessi con particolare riferimento ai soggetti che nell”azienda non svolgono alcuna funzione pur percependo regolare stipendio. Chiediamo inoltre alla Corte di trasmettere alla Procura della Repubblica gli atti governativi che autorizzano il superamento dei tetti massimi ai cachet previsti dalla legge”.

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