Economia: Italia a crescita zero. I dati istat del secondo trimestre 2016
ROMA – Nel secondo trimestre del 2016 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente. Lo rende noto l’Istat confermando le stime congiunturali del 12 agosto. Nel secondo trimestre 2016, le statistiche Istat sul Pil mostrano incrementi congiunturali per il valore aggiunto di agricoltura (0,5%) e servizi (0,2%) mentre diminuisce (-0,6%) quello dell’industria.
RENZI – Quel che preoccupa è che i consumi restano fermi e gli investimenti risultano in calo, proprio l’opposto di quel che ci vorrebbe per iniziare la tanto auspicata crescita, che secondo Renzi – e soltanto secondo lui, appoggiato dal fido Marchionne – sarebbe in atto già da tempo, tanto che ovunque, a livello nazionale e internazionale, si vanta di aver portato il nostro paese fuori dal tunnel. Ma già alla Versiliana si prese del Pinocchio. Oggi invece, di fronte alla realtà di dati oggettivi rigira la frittata: «Il fatto che il Pil italiano vada meglio degli altri anni è un dato di fatto. Andare meglio non significa andare bene» Però anche lui è costretto a riconoscere che «questo meglio non basta. Andare meglio significa – spiega – che la caduta che l’Italia ha avuto negli anni della recessione è una caduta che ha visto il ciclista rialzarsi e tornare in gruppo, ma siamo ancora alla fine del gruppo, non siamo quelli che possono fare meglio degli altri, abbiamo recuperato gruppo, c’è ancora molto da fare». E l’esempio del ciclista, vista la rovinosa caduta di Nibali alle Olimpiadi di Rio 2016, lui presente, non è stato certo felice.
ISTAT – Ma torniamo ai dati catastrofici che risultano dalla fotografia Istat: il Pil nei mesi aprile-giugno, indica dal lato della domanda interna, consumi nazionali stazionari in termini congiunturali (sintesi di un aumento dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di un calo dello 0,3% della spesa della PA), e investimenti fissi lordi in flessione dello 0,3%. La domanda nazionale al netto delle scorte – precisa ancora l’Istat – ha sottratto 0,1 punti percentuali alla variazione del Pil: si registrano contributi nulli per i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private e per gli investimenti fissi lordi e un contributo negativo (-0,1 punti percentuali) per la spesa della pubblica amministrazione. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,1 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,2 punti percentuali. Le importazioni sono aumentate dell’1,5% e le esportazioni dell’1,9%.
un quadro completamente negativo. si attendono le risposte di renzi, mentre Padoan, pur prendendo atto dei dati, afferma che a suo avviso il Pil è destinato a crescere nell’immediato. Ma è ormai più di un anno che ce lo dicono e in realtà nulla è successo.