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Sanità Toscana, buco dell’Asl di Massa: ma i soldi dove sono finiti?

Verità sostanziale dei fatti, verità politica e verità giudiziaria non sempre coincidono. Questo del crac della ex Asl 1 di Massa Carrara, con un buco di bilancio che mollichina a mollichina si è scoperto ammontare a 420milioni di euro, pare proprio uno di quei casi.

Cosa si sa: nel sottolineare la distinzione, naturale ma sempre da ribadire, tra attività politica e inquirente, la sola certezza relativa a quella vicenda è che il buco di bilancio esiste, che ammonta a 420 milioni di euro appunto, che il solo individuato come responsabile di alcune distrazioni contabili e condannato per quelle non ha assorbito più di qualche spicciolo dell’intero deficit. Ancora: si sa che i due direttori generali accusati dal governatore Enrico Rossi, assessore alla sanità all’epoca dei fatti, sono stati prosciolti e che l’ex direttore amministrativo Giannetti è stato condannato per aver distratto alcuni soldi, è vero, ma nell’ordine di unità di milioni. In buona sostanza, anche questo si sa, almeno 415 milioni di euro – a voler essere generosi – non si capisce dove siano andati a finire, né chi li abbia spesi né per che cosa; si sa, invece, che a scontarli, in termini di costi delle prestazioni e contrazione dei servizi territoriali, sono stati e continuano ad essere i cittadini.

Alla fine, il cerino era rimasto in mano proprio a Rossi: lui all’epoca assessore al diritto alla salute, lui oggi governatore della Toscana, lui deus ex machina della sanità regionale fino a una manciata di fogli di calendario fa, lui tirato pesantemente in ballo dalle motivazioni delle altrui sentenze di assoluzione (Delvino e Scarafuggi, ex direttori generali accusati da Rossi).

Noi, che ci poniamo in prospettiva politica, non possiamo, abbiamo il dovere di non fermarci a questo e di ricordare, e ribadire, che la responsabilità politica di quanto avvenuto grava sul capo di Enrico Rossi, diventato tra l’altro governatore con una mano sventolando davanti agli elettori e ai suoi competitor politici il vessillo di una sanità dai conti in pareggio, mentre con l’altra mano firmava i bilanci rivelatisi disastrosamente disastrati. Questo lo sappiamo, è storia. Ma nessuno se ne assume, al momento, l’onere politico.


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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