Referendum: scontro nel Pd sul 40%. Rossi a Lotti: «Nell’85, sulla scala mobile, prendemmo il 45%. Ma poi il Pci si fermò al 26%…»

FIRENZE – Botta e risposta fra il sottosegretario Luca Lotti e il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Che dice: «Quando ero iscritto al Partito Comunista col referendum sulla scala mobile prendemmo il 45%, ed eravamo convinti che avremmo preso più o meno gli stessi voti alle elezioni e ci consolavamo dicendo che avremmo preso il 45%. Poi andammo alle elezioni e prendemmo il 26,5%, ahimè». La replica era a Luca Lotti, a proposito dell’affermazione del sottosegretario, secondo cui il Pd dovrebbe ripartire dal 40% del referendum costituzionale.
«E’ venuta in mente anche a me – ha affermato Rossi, parlando a margine della presentazione di un accordo con la Bei – sono
errori che si fanno in giovane età, l”ho fatto anch”io». Per il governatore toscano infatti ci sono destre che votano sì, sinistre che votano no o votano ni. Aggiunge: «Non sono nella testa della gente: starei molto attento a trasferire, come starei molto attento a qualificare come ho provato a fare il voto per il no solo come anti-riforma e negativo. C’è un riflesso conservativo che bisogna prendere seriamente in considerazione».
C’è anche un’altra considerazione storica da aggiungere: nel referendum istituzionale del 1946, i monarchici arrivarono vicini al 50% dei voti, anche se trionfò la scelta Repubblicana. Ma poi il partito monarchico non prese mai un consistente numero di voti alle elezioni politiche. La storia dimostra che i referendum sono una cosa, le elezioni assolutamente un’altra.
