Milano: ucciso dalla polizia italiana in un conflitto a fuoco l’attentatore del mercatino di Berlino. Si era rifugiato a Sesto san Giovanni

SESTO SAN GIOVANNI – La polizia italiana ha dato prova di grande organizzazione e professionalità riuscendo a fare quello che i colleghi tedeschi non avevano realizzato. Durante un normale servizio di controllo è stata intercettata l’auto a bordo della quale era il super ricercato Anis Amri che è stato freddato dopo una sparatoria con una pattuglia in servizio nella notte e dopo che aveva ferito un agente.
Il morto è proprio il killer jihadista che a Berlino lanciando un tir nel mercatino di Natale ha provocato 12 morti. In piazza Primo Maggio, a Sesto San Giovanni, davanti alla stazione dei treni, una macchina della polizia in turno di pattuglia passa per caso dalla piazza e nota un uomo, origini maghrebine, che cammina con uno zaino sulle spalle. Decide di fare un controllo. Due poliziotti escono dall’auto, si avvicinano all’uomo e gli chiedono i documenti. L’uomo si leva lo zainetto dalle spalle, lo appoggia a terra, tira fuori una pistola e comincia a sparare. Ferisce alla spalla un agente, ora ricoverato a Monza. Reagisce immediatamente l’altro poliziotto, in forza al Commissariato di Sesto San Giovanni, che estrae a sua volta l’arma d’ordinanza e colpisce l’uomo, a morte.
I controlli disposti in tutta Italia hanno dunque funzionato ancora una volta, grazie alla organizzazione disposta ovunque da prefetti e questori, alle indicazioni del ministro Minniti e del Capo della polizia Gabrielli, ma soprattutto alla professionalità e al sangue freddo degli uomini e delle donne che operano sul campo.
Dagli accertamenti della Digos emerge che si tratta proprio di Anis Amri, il terrorista presunto autore della strage di Berlino, arrivato in Italia dalla Francia, in particolare da Chambery, in Savoia, da dove ha raggiunto Torino. Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è arrivato attorno all’una di notte. Infine dalla Stazione Centrale si è spostato a Sesto san Giovanni dove ha incrociato i due agenti della volante che poi, durante una sparatoria, lo hanno ucciso.
«L’Italia deve essere orgogliosa di tutto il dispositivo di sicurezza», ha detto il ministro Minniti in conferenza stampa, confermando che la persona uccisa si tratta «senza ombra di dubbio di Amri». «Ringrazio gli agenti che lo hanno fermato, permettendo agli italiani di passare un Natale sereno. Adeguare un livello adeguato di sicurezza non è semplice, ma noi ci stiamo riuscendo», ha concluso. Il ministro ha poi comunicato di aver fatto visita all’agente ferito in ospedale.
Il ministro ha ragione, dobbiamo essere tutti grati alle Forze dell’ordine che ci proteggono efficacemente. Ma forse dovrebbe porsi, come tutti, un’inquietante domanda. Come mai Anis, dopo aver beffato la polizia tedesca, era tornato proprio in Italia? Probabilmente perché nell’hinterland milanese poteva forse contare su qualche protezione di connazionali e perché in Italia tutti i delinquenti, malgrado l’azione continua e efficace delle forze di polizia, possono contare su una legislazione più permissiva rispetto alle altre nazioni e sull’applicazione spesso benevola che molti giudici fanno delle leggi esistenti. Una volta approfondito il percorso fatto dal terrorista ucciso sarà bene che la politica rifletta su questa circostanza e cerchi di porre rimedio a questa inquietante situazione.
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giorgio
Grande organizzazione dello Stato ? Come mai allora vediamo polizie antiterrorismo di tutta Europa bardate di tutto punto e i nostri due eroi (non per caso, come è stato detto dai soliti cialtroni, ma PER FORTUNA) erano invece in servizio alle 4 di notte in divise di tela, senza giubbotto antiproiettile ?! Forse erano ritenuti dai nostri ministri parte di quei giovani che è meglio levarsi di torno, oppure si dovevano risparmiare i soldi per foraggiare con ALTRI 40 MILA MILIARDI di lire il “sistema” bancario italiano ???