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Rigopiano: recuperati nella notte altri tre corpi, i morti salgono a 12, 17 i dispersi. Continuano le ricerche

FARINDOLA – Un ultimo muro da abbattere, prima di alzare bandiera bianca e affidarsi solo ai miracoli: è dietro quel pezzo di cemento che si annidano buona parte delle speranze dei soccorritori, che da giorni si alternano su quel che resta dell’hotel Rigopiano cercando disperatamente qualcuno ancora in vita sotto il grumo di neve e macerie.
Ma ogni ora, ogni minuto che passa, non fa altro che ricacciare sempre più giù quella speranza. Il recupero dei tre cuccioli di pastore abruzzese ha rianimato gli uomini che da tre giorni vedono l’albergo restituisce soltanto cadaveri, ormai i morti sono dodici e i dispersi sono ancora 17.
Il muro è quello che separa la cucina dal bar, un muro portante spesso 80 centimetri nel quale i vigili del fuoco stanno cercando di aprire un varco: dopo aver controllato tutta la zona dove prima della valanga c’era la hall, finito di ispezionare il centro benessere la ‘zona ricreativa dove – in due ambienti diversi – sono stati salvati prima Adriana Parete e suo figlio Gianfilippo e poi i tre piccoli Edoardo, Ludovica e Samuel, accertato che quella che erano le stanze prima delle cucine sono ridotte ad un cumulo di detriti, non restano che quei due locali: la cucina e, soprattutto, il bar.
«Dobbiamo entrare lì dentro, è l’unica zona del corpo centrale dell’hotel, quella dove presumibilmente era la maggior parte delle persone, dove ancora non siamo arrivati.  Speriamo che sia integro», dicono i soccorritori.

Nell’area dell’hotel lavorano decine di uomini del soccorso alpino e della Guardia di Finanza, che continuano a scandagliare i metri di neve che ancora sovrastano il Rigopiano, mentre 70 vigili del fuoco, dei 150 che a rotazione operano in zona rossa, sono impegnati 24 ore al giorno nelle ricerche all”interno della struttura. Nel corso della giornata si è inoltre riusciti a liberare l’ultimo pezzo di strada fino all”hotel e dunque già da stamattina si sta operando con i mezzi pesanti. «Dobbiamo rimuovere gli strati di neve sopra la struttura – ha spiegato il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico – ma si continua a lavorare in condizioni complicate e pericolose».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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