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Migranti: dall’inizio di gennaio quasi 10.000 sbarchi sulle nostre coste. Occorre limitare l’invasione

Secondo i numeri aggiornati diffusi dal Viminale sul suo cruscotto immigrazione, sono 9.447 i migranti sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno, con un aumento del 53% rispetto ai 6.123 migranti registrati nello stesso periodo dello scorso anno e ai 3.851 del 2015.
L’impennata degli sbarchi è avvenuta soprattutto nelle ultime due settimane. Frontex l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, sottolinea che a inizio gennaio c’era stato un calo a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche nel Mediterraneo centrale, che hanno reso quasi impossibile attraversare quel tratto di mare, ma successivamente, col bel tempo, cè stata l’impennata.
Per quanto riguarda invece le nazionalità dei migranti sbarcati quest’anno, 1.657 persone hanno dichiarato di provenire dalla Guinea, 1.303 dalla Costa d’Avorio, 1.099 dalla Nigeria, 948 dal Senegal, 793 dal Gambia, 751 dal Marocco, 479 dal Mali, 442 dal Bangladesh, 261 dal Pakistan, 216 dal Camerun.
Dall’inizio dell’anno sono giunti in Italia 395 minori stranieri non accompagnati, che vanno ad aggiungersi ai 25.846 sbarcati nel 2016. Sono attualmente presenti negli hotspot e nei centri di prima accoglienza 174.912 persone corrispondente a circa lo 0,3% dell’intera popolazione italiana.
Di fronte a questi numeri, che in sè non sarebbero catastrofici, ma danno da pensare in relazione all’aumento rilevante (del 300%) negli ultimi tre anni, non ci si deve meravigliare che un sindaco del beneventano, pur appartenente al Pd, il partito dell’accoglienza, abbia costruito una barricata per impedire l’arrivo di nuovi profughi. La zona scoppia, tanto che un giornale campano ha descritto così la situazione: Tremila immigrati, ottanta centri di accoglienza, una continua emergenza e così basta un niente e alla prefettura la situazione scappa di mano. È il segreto di Pulcinella della gestione degli immigrati e dei profughi nel Sannio e nella confinante Irpinia.
Ma la rivolta non interessa solo il sud, anche una gran parte dei sindaci del Nord si rifiuta di partecipare ai progetti di accoglienza, tanto da costringere i prefetti a imporre l’invio di profughi in alcuni territori o a costruire hub di grandi dimensioni come quelli di Cona (Ve) dove poco tempo fa scoppiò una rivolta, o quello di Bgnoli, più volte contestato, in provincia di Padova.
Nonostante nuove norme, accordi, patti statuiti con i paesi di arrivo dei migranti ancora la macchina ha difficoltà a ingranare. Occorre che veramente si arrivi alla svelta alla soluzione di creare hub in Libia per l’identificazione e gli accertamenti dei requisiti dei profughi, in modo da far arrivare nel nostro paese solo quelli che hanno effettivamente diritto alla protezione internazionale, bloccando l’afflusso dei migranti cosiddeti economici. Con grande scorno e proteste di cooperative a associazioni nazionali e internazionali che prosperano gestendo il business dell’immigrazione.

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Ezzelino da Montepulico


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