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Terrorismo: la relazione dei servizi conferma, l’Italia è esposta a pericolo più di prima

Combattenti della Jihad islamica

Il ministro Alfano aveva più volte tranquillizzato la popolazione in merito al rischio terrorismo e attentati, affermando che l’Italia non poteva dirsi esclusa da ogni rischio, ma sostenendo che comunque non esistevano segnali precisi in proposito e che servizi, forze dell’ordine e magistratura vigilavano con la massima attenzione.

Cambiato ministro, preso atto di diversi attentati che ci sono stati nel mondo e in Europa, delle espulsioni che sono state effettuate in questi ultimi tempi, sta di fatto che ieri ci è stato lanciato un messaggio più preoccupante. Arriva dai radicalizzati in casa il principale pericolo per l’Italia (e questo magari era risaputo), ma si aggiunge che questo rischio si fa «sempre più concreto. Su tutta l’Europa incombe la minaccia di ulteriori, cruente campagne terroristiche in corrispondenza con gli arretramenti militari del Califfato. E non si esclude la possibilità di attacchi con armamento chimico-batteriologico-radiologico-nucleare». Il quadro onestamente preoccupante dei rischi per il nostro paese è tracciato nella relazione annuale dell’intelligence al Parlamento, presentata oggi a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e dal direttore del Dis, Alessandro Pansa. Presenti i ministri di Interno, Esteri e Difesa, i vertici dei servizi ed i membri del Copasir. Il premier Paolo Gentiloni, consapevole dell’entità e della qualità delle minacce prospettate, ha cercato di rassicurare: «Gli italiani  possono essere certi, non della mancanza di minacce perché sarebbe un’illusione, ma della la qualità molto alta di chi lavora per contrastarle».

Ma vediamo punto per punto l’interessante disamina dell’intelligence italiana:

RADICALIZZATI IN CASA – Tra i pericoli segnalati dalla relazione, il principale è rappresentato dai radicalizzati in casa, cioè persone che si sono auto-indottrinate, magari on line, e vogliono raggiungere i territori del Califfato. Ma, viste le crescenti difficoltà ad arrivare in quelle zone, potrebbero decidere di non partire e colpire in Italia. Lo stesso Pansa ha messo in guardia dalla possibile attivazione di lone wolves e self-starters, ovvero da elementi auto -radicalizzati.

CAMPAGNA INTIMIDATORIA JIHADISTI – La relazione sottolinea  la pressante campagna intimidatoria jihadista nei confronti dell’Italia, con immagini che ritraggono monumenti e lo stesso Papa: il tema dominante si è confermato quello dell’attesa della conquista di Roma. Gli 007 segnalano tuttavia i successi ‘intangibili del dispositivo nazionale di prevenzione, dimostrati dal pacifico svolgimento di eventi di vasta portata internazionale e valenza simbolica con l’Expo ed il Giubileo.

MIGRANTI – Altro elemento di criticità è l’incessante ondata migratoria che sta investendo la penisola: 181mila arrivi lo scorso anno, 153mila nel 2015 e 170mila nel 2014. Il fenomeno è ormai strutturale e l’ingente afflusso di migranti in un lasso di tempo breve può stressare le comunità straniere presenti nel nostro Paese determinando il rischio di possibili derive criminogene ed islamico-radicali quale frutto del risentimento per le aspettative tradite e del disappunto per le condizioni di disagio nei contesti ospiti.

TERRORISTI TRA MIGRANTI – E ci sono, avvertono gli 007, ripetute segnalazioni di minaccia sul possibile transito di estremisti in area Ue attraverso la rotta libica. Ma non sono emerse univoche indicazioni sull’esistenza di una strategia – riferibile a Daesh o ad altre organizzazioni terroristiche – intesa all’invio sistematico di propri operativi in Europa attraverso il canale dell’immigrazione clandestina via mare. Si tratta comunque di un’ipotesi alla costante attenzione informativa.

ANARCHICI E ANTAGONISTI – Sul fronte dell’eversione interna, il pericolo numero 1 sono gli anarchici, che nel 2016 hanno mostrato un rinnovato slancio offensivo. Non si possono pertanto escludere nuove azioni. Ma c’è attenzione anche agli antagonisti che potrebbero soffiare sul fuoco della conflittualità sociale innescata dalla perdurante crisi economica. Vigilati speciali i prossimi appuntamenti del G7 ospitati dall’Italia.

CYBER MINACCIA  – Un capitolo a parte della relazione è dedicato alla cyber-sicurezza. Il monitoraggio  dell’intelligence ha evidenziato un costante trend di crescita in termini di sofisticazione, pervasività e persistenza a fronte di un livello non sempre adeguato di consapevolezza in merito ai rischi e di potenziamento dei presidi di sicurezza. I servizi sottolineano la persistente vulnerabilità di piattaforme web istituzionali e private, erogatrici in qualche caso di servizi essenziali e/o strategici, che incidono sulla sicurezza nazionale. Attori statali ostili ma anche organizzazioni criminali, gruppi terroristi o antagonisti, fanatici di varia natura o anche singoli individui, beneficiano sovente nel cyberspace di un gap securitario che deve essere, in larga misura, rapidamente colmato».

Non si tratta proprio di un quadro rassicurante, soprattutto in prospettiva, visto che il pericolo può venire sia dagli stranieri stanziali radicalizzati, dai migranti che affluiscono a migliaia sulle nostre coste e dal terrorismo interno sempre vivo e vivace. Abbiamo apparati pronti, dotati di alta professionalità e sempre in allerta, ma la situazione, nonostante le rassicurazioni di Gentiloni, sembra tutt’altro che tranquilla.

Italia, jihad, pericolo, servizi, terrorismo


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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