
Migranti: la Germania ne accoglierà 500 al mese provenienti dall’Italia. Quote anche in Austria e Svizzera
ROMA – C’è la convergenza tra Roma e Berlino al cuore dell’accordo sui migranti raggiunto al vertice di Roma di lunedì: la Germania, con la sua decisione di accogliere 500 migranti al mese ha sbloccato la situazione. Lo spiega il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che aggiunge: Ora anche Austria e Svizzera hanno promesso di aprire le porte a quote significative di migranti. Si tratta – dice – di mettere da parte egoismi e chiusure nel nome di un’Europa mai messa in discussione come in questo momento». La sfida, da qui alle elezioni, è quella di far tornare nei cittadini l’immagine dell’Europa come «una risorsa che, nonostante il buio delle minacce del populismo e della destra xenofoba, sa trovare lo slancio per guardare al futuro».
Minniti fa il punto sugli sbarchi e la cooperazione con la sponda Sud del Mediterraneo: «Oltre il 90 per cento dei flussi arriva dalla Libia, ma nessuno di loro è cittadino libico, provengono prevalentemente dall’area subsahariana. Il resto viene dall’Egitto, il secondo punto di snodo dei flussi migratori verso l’Italia. E mentre con il Niger è più vicina una collaborazione per favorire i controlli al confine a Sud della Libia, con l’Egitto stiamo ancora lavorando».
La stabilizzazione della Libia «è preziosa sia per governare il fenomeno dei trafficanti di essere umani, sia per il benessere socio economico interno – osserva -. La partecipazione del premier Fayez Al Sarraj al meeting di Roma testimonia quanto ritenga importante contrastare i trafficanti». Ma non si tralascia neppure il confronto con il generale Khalifa Haftar: «Il nostro ambasciatore di recente è stato a Tobruk con l’obiettivo di mantenere un canale aperto».
Il ministro Minniti, fin dal suo insediamento, ha promosso accordi e sottoscritto patti per limitare l’invasione dal Nord Africa e attivare i ricollocamenti in Europa. Finora ha fatto molti annunci ai quali non seguono ancora fatti concreti, diamogli il tempo necessario, ma non vorremmo che seguisse il nefasto esempio di Renzi, molti annunci e pochi atti.
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