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Milan: la società passa di mano dopo 31 anni da Berlusconi ai cinesi. Il primo scudetto nel 1987-88

MILANO – Dopo 31 anni, con la cessione del club alla nuova proprietà cinese, si chiude l’era di Silvio Berlusconi al Milan, tre decadi costellate di grandi successi che hanno regalato ai tifosi milanisti 29 trofei. L’avventura di Berlusconi al Milan comincia nel febbraio del 1986 quando il Cavaliere rileva il club da Giussy Farina con una squadra sull’orlo del fallimento. Berlusconi rinnova profondamente il club promettendo spettacolo con la mission di vincere divertendo con un gioco spumeggiante e d’attacco.

La sua impronta di innovatore la marca subito chiamando sulla panchina del Diavolo Arrigo Sacchi, reduce da un ottimo campionato in Serie B con il Parma, che rileva Nils Liedholm. Una scelta che si rivelerà ben presto vincente: la squadra si rinforza anche con l’arrivo degli olandesi Gullit e Van Basten e nella stagione 1987-88 è subito scudetto: il Milan schianta il Napoli di Diego Armando Maradona. Il tricolore è solo l’inizio: comincia un triennio d’oro in cui i rossoneri conquistano anche il tetto d’Europa con due Coppe dei Campioni, nel 1989, 4-0 alla Steaua Bucarest, e l’anno successivo con l’1-0 in finale contro il Benfica con un gol di Rijkaard. La bacheca rossonera si riempie di trofei: due Supercoppe europee, due Coppe Intercontinentali e la Supercoppa italiana 1989.

Dopo anni di successi e cambi di allenatori vincenti come Ancelotti , la striscia vincente s’interrompe il 20 marzo 1991 nella notte di Marsiglia quando Adriano Galliani, durante il ritorno dei quarti di finale di Coppa dei Campioni giocato contro l’Olympique Marsiglia, decide di ritirare la squadra per lo spegnimento parziale dei riflettori dello stadio. La scelta costerà caro al club che subisce la squalifica per un anno nelle coppe.

Con Fabio Capello Fabio Capello il Milan si aggiudica il campionato 1991-1992 e per le due stagioni a seguire per poi ripetersi nuovamente nel campionato 1995-1996. E’ il Milan della difesa impenetrabile grazie a Baresi, Maldini, Costacurta, Desailly e Panucci con Sebastiano Rossi in porta. In Champions nel 1994 arriva un nuovo successo, nonostante una difesa rimaneggiata ad Atene il Milan schianta il Barcellona di Cruijf 4-0.

Si riprende poi un miniciclo vittorioso nel 2010-2011 con Massimiliano Allegri che prende il posto di Ancelotti conquistando lo scudetto numero 18 della storia rossonera, a spingere la squadra i gol di Zlatan Ibrahimovic, in bacheca anche la sua sesta Supercoppa italiana conquistata a Pechino contro l’Inter. Dopo un secondo e terzo posto in campionato Allegri saluta Milano a metà stagione nel 2014, al suo posto Mauro Tassotti. La squadra, profondamente rinnovata, non trova più lo smalto di una volta e in panchina ci si affida alle bandiere rossonere, da Clarence Seedorf a Filippo Inzaghi.

Il decimo posto della stagione 2014-2015 coincide con un nuovo inizio, al Milan approda il ‘sergente di ferro’ Sinisa Mihajlovic. Le difficoltà in campo e le incertezze sul futuro societario non aiutano il gruppo, a sei giornate dalla fine le redini della squadra passano a un altro ex, Christian Brocchi. La stagione si chiude con la delusione della finalissima di Coppa Italia contro la Juventus giocata alla pari ma persa 1-0. L’ultimo acuto arriva a Doha a dicembre: il Milan vince la Supercoppa italiana ai rigori. Oggi, il sipario.

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