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Firenze, stabile occupato: somali avanzano pretese eccessive. Il Comune risponde picche

FIRENZE – «Noi da qui non ce ne andremo senza una soluzione abitativa stabile e dignitosa». Pretendono di dettare loro le condizioni in una nota i migranti che lo scorso gennaio hanno occupato uno stabile di via Spaventa a Firenze, di proprietà dei padri Gesuiti, dopo il rogo del capannone dell”ex mobilificio Aiazzone dove vivevano a Sesto Fiorentino.

«Chi oggi ci chiede di lasciare lo stabile per concluderne la vendita per 6 milioni di euro è la stessa persona che fino a qualche giorno fa vantava su tutti i giornali la scelta di mettere le persone prima dei soldi», affermano nel documento i migranti e gli esponenti del Movimento di lotta per la casa, riferendosi alla proprietà dell”immobile. «Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità – prosegue la nota -, il Comune, la prefettura e la proprietà dell’immobile. Come abbiamo fatto fin dal primo giorno ribadiamo la richiesta di un tavolo inter-istituzionale in cui venga accettata la nostra delegazione per trovare una soluzione condivisa».

Risposta immediata dell’assessore all’accoglienza e all’integrazione del Comune di Firenze, Sara Funaro: «Non trattiamo e non dialoghiamo con chi fa dell’illegalità una scelta di vita. Trovo alquanto bizzarra la richiesta di un tavolo inter-istituzionale da parte del Movimento di lotta per la casa con la partecipazione di una loro delegazione per trovare una soluzione condivisa agli occupanti di via Spaventa. Occupare abusivamente immobili e poi pretendere di avere una casa in via definitiva – continua – è una richiesta che non sta né in cielo né in terra. Ribadisco – prosegue – che gli alloggi erp vengono assegnati a chi ne ha diritto, a chi é in graduatoria e non a chi non rispetta le regole e non ha i titoli. Al Movimento – conclude – vorrei anche dire che non prendiamo lezioni da loro, se ne facciano una ragione: noi ci confrontiamo con le Istituzioni e non con chi ha deciso di non rispettare le regole, pretendendo di avere una casa a discapito di tanti cittadini che sono in graduatoria in attesa di assegnazione».

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