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Firenze, Maggio Musicale Fiorentino: le novità del Sovrintendente Chiarot

Il sindaco Dario Nardella e il Sovrintendente del Maggio Musicale Cristiano Chiarot

FIRENZE – Il nuovo Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Cristiano Chiarot, ha presentato oggi alla stampa il suo programma di massima, a pochi giorni dall’insediamento ufficiale (ma già da aprile era quasi sempre presente in teatro a studiare la situazione). A introdurlo era presente il Sindaco Nardella, che ha esordito con l’annuncio, ormai reiterato diverse volte negli ultimi anni, dell’imminente completamento dei lavori per il palcoscenico del teatro e per la costruzione dell’auditorium da 1000 posti (speriamo sia la volta buona).

Il Sovrintendente Chiarot, che è anche il Presidente dell’ANFOLS (Associazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche), ha parlato di un piano industriale triennale le cui linee-guida saranno discusse a giorni con gli imprenditori della regione, nell’ottica dell’incremento della loro partecipazione per mantenere il bilancio in salute. Ha promesso che, fra le misure correttive, non ci saranno nuovi licenziamenti.

Di pari passo col piano economico va ovviamente la programmazione, che ormai è almeno triennale in molti degli altri enti lirici; il Sovrintendente annuncia dunque che sarà resa pubblica, entro circa un mese, la programmazione non solo della stagione 2017-2018, ma anche del Festival del Maggio 2018 e 2019 e, almeno in parte, della stagione 2018-2019, e che in questo triennio sarà incoraggiata la collaborazione fra il direttore principale uscente, Zubin Mehta (rimasto legato al teatro da una carica onoraria a vita), e quello entrante, Fabio Luisi.

L’ambizione è quella di riportare il Maggio Musicale a qualcosa di almeno vicino a quello che fu, con un’apertura a 360° a tutte le forme d’arte scenica, compresi la prosa e la danza, punto ancora dolente. Su questo fronte, risultando ancora impensabile riaprire il corpo di ballo liquidato dal predecessore, il teatro ospiterà corpi di ballo degli altri enti lirici e darà spazio alle compagnie di danza contemporanea nostrane.

Fra le promesse importanti, c’è quella di recuperare uno spazio storico della programmazione estiva di una volta, ovvero il giardino di Boboli; dovrebbe diventare il luogo deputato della musica barocca (uno degli ambiti da incrementare); il Teatro Goldoni sarebbe il luogo della musica contemporanea, con una commissione di nuova opera all’anno, mentre per la danza ci sarebbero l’Opera di Firenze e Palazzo Pitti.

Quanto alla lirica, un altro annuncio importante, dopo gli ultimi anni di devastazioni, è quello che riguarda l’incremento delle produzioni scenografiche in proprio: il laboratorio scenografico era giustappunto una delle cose per cui il Maggio andava famoso e verrà fatto lavorare di nuovo molto, per produrre allestimenti a misura del teatro in cui dovranno essere rappresentati. Nel prossimo futuro il laboratorio dovrebbe invece diventare centrale anche nel circuito scuola-lavoro, portando gli studenti a partecipare attivamente ad alcuni allestimenti. Due delle opere di «Passione Puccini», il mini-festival in programma a settembre, saranno nuove produzioni locali («Bohème» e «Tosca»).

Progetti interessanti riguardano anche la struttura stessa dell’Opera di Firenze, che non è al momento un portento di accessibilità: qui il Sovrintendente non potrà lavorare da solo, visto che il problema investe quello della viabilità (in una zona fra le più congestionate e povere di parcheggi) e dei trasporti pubblici. Si potrebbe suggerire anche si ripensare gli orari degli spettacoli più brevi: il punitivo inizio alle 20 anche per i concerti che durano un’ora o un’ora e mezza non solo mette in difficoltà i molti che finiscono di lavorare tardi (non siamo nel Nord Europa, dove tutti staccano rigorosamente alle 17 e cenano entro le 18.30), ma costringono ad affrontare, anche per chi si muove in autobus, gli ingorghi giustappunto più inestricabili fra le 18.30 e le 19.45. Forse un orario meno ansiogeno e più adatto alla nostra latitudine sub-appenninica (con ritmi più simili a quelli spagnoli che a quelli settentrionali) gioverebbe all’auspicato allargamento del pubblico.

Nel Foyer saranno inaugurati un Museo del Maggio Musicale Fiorentino e un punto vendita, così da tener aperta la struttura più del tempo strettamente necessario agli spettacoli: anche questo è un punto dolente dell’attuale situazione. Di certo, più starà aperta e più fiorentini e turisti ci potranno familiarizzare.

Infine, all’insegna della trasparenza, il Sovrintendente ha anticipato le domande della stampa sul suo compenso e ha dichiarato 200.000 annui (fino a luglio 2019) con benefit per l’abitazione al posto dei premi.

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