Direttori musei: i magistrati amministrativi, i politici debbono cambiare le norme, non i Tar
ROMA – I concorsi per definizione sono pubblici. Un concorso il cui colloquio avviene via skype con candidati collegati magari dall’Australia e senza possibilità di assistervi – com’è capitato ad alcuni candidati alla direzione dei musei – semplicemente non è un concorso. E’ una conversazione privata, senza alcuna garanzia sulla trasparenza della procedura. E’ quanto afferma Luca Cestaro, segretario generale dell’Anma, l’Associazione nazionale magistrati amministrativi, in merito alla vicenda del Tar che ha bocciato la nomina di alcuni direttori di musei. In merito alla quale si è espresso anche Fabio Mattei, presidente della stessa Anma, che afferma: «Le istituzioni rispettino i magistrati, chiamati semplicemente ad applicare le leggi, spesso poco chiare se non incomprensibili. La nomina di dirigenti pubblici stranieri (chiamati a esercitare poteri) è vietata nel nostro ordinamento. Se si vogliono aprire la porte all’Europa – e noi siamo d”accordo – bisogna cambiare le norme, non i Tar».