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Giustizia: sempre meno gli agenti di polizia penitenziaria nelle carceri: La protesta dei sindacati

ROMA – Si svuotano le carceri di poliziotti penitenziari. Una vera e propria emorragia di personale, in parte determinata dal calo degli addetti e in parte dalla ‘evasione’ del personale di polizia penitenziaria dalle celle alle scrivanie, che sta determinando una situazione di emergenza nelle carceri. A denunciarlo è la Fp Cgil Polizia Penitenziaria alla luce di un report, condotto su numeri emersi dal confronto col Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, da dove emerge come in dieci anni, dal 2007 al 2017, sia crollato il numero di agenti nelle carceri per oltre 8.500 in meno.

Una flessione per la Fp Cgil legata soprattutto allo spostamento di molti poliziotti penitenziari dagli istituti penitenziari verso gli uffici amministrativi, portando il totale di poliziotti penitenziari nelle carceri a circa 33 mila addetti rispetto agli oltre 41 mila del 2007.

Una fotografia che ha indotto la Fp Cgil Polizia Penitenziaria a proclamare lo stato di agitazione del personale e a chiedere il rientro immediato negli istituti penitenziari dei poliziotti in esubero nelle sedi amministrative prima del piano ferie. Dai dati del report della Fp Cgil Polizia Penitenziaria si rileva come sia crollato tra maggio 2007 e maggio 2017 il numero di agenti di circa 4.700 unità, ‘determinando una situazione di vera e propria emergenza. Si è passati infatti da 41.314 agenti di dieci anni fa agli attuali 36.631.

Eppure, questo calo non racconta l’intera entità della flessione: la Fp Cgil Polizia Penitenziaria punta il dito contro la crescita costante di agenti che si spostano dalle carceri verso gli uffici amministrativi attraverso un sistema di mobilità a chiamata diretta. Difatti, si sottolinea nell’analisi che ai 36.631 agenti previsti vanno sottratti circa 4 mila distaccati, di questi addirittura circa 400 in sedi amministrative diverse da quelle della giustizia, che fanno crollare il numero di agenti divisi negli oltre 200 istituti penitenziari della penisola a 32.718, ovvero 8.596 in meno rispetto al 2007.

In generale, pur con il via libera ai nuovi ingressi, la situazione rimane critica. «Registriamo positivamente le prossime nuove assunzioni -aggiunge il dirigente sindacale- ma che non riusciranno a colmare una carenza strutturale di organico. Per queste ragioni bisogna interrompere questa pratica della chiamata diretta per riportare gli agenti di polizia penitenziaria nei loro luoghi di lavoro. Il sistema merita un’attenzione adeguata e rispetto nei confronti di personale impegnato in un settore difficile, come abbiamo dimostrato in questi mesi con la campagna #dentroametà, senza per altro un contratto nazionale ormai da oltre otto anni», conclude Chiaramonte.

 

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