
Conti pubblici: torna di moda la spending review. Risparmi per 29,9 miliardi
ROMA – L’ennesimo governo, l’ennesimo mister spending, l’ennesima manovra cercano di diminuire il peso della spesa pubblica, giunta ormai a livello stratosferico, nonostante i (finti) tentativi della politica di metterci una pezza, a cominciare dall’era Cottarelli in poi.
Adesso il compito è affidato al guru di Renzi Yoram Gutgeld, il quale annuncia trionfante che le manovre di riduzione della spesa impostate negli ultimi anni produrranno nel 2017 risparmi complessivi per 29,9 miliardi, destinati a diventare 31,5 il prossimo anno. Nel 2014 erano stati 25. La somma rappresenta il 18 per cento della spesa corrente aggredibile (che non comprende pensioni e interessi sul debito), al netto anche della spesa per il personale. Circa due terzi di queste risorse, ha ricordato Gutgeld, sono servite per tre importanti finalità: il risanamento dei conti pubblici, la riduzione della pressione fiscale, il finanziamento dei servizi pubblici essenziali.
Alla presentazione dei risultati sono intervenuti anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il presidente del Consiglio, che hanno rivendicato gli obiettivi raggiunti. Padoan ha ricordato che il nostro Paese è considerato all’avanguardia in Europa su questo fronte, mentre Gentiloni, sul filo del paradosso, ha sottolineato come in certi casi risulti più difficile per la pubblica amministrazione spendere bene (ad esempio portare a termine un investimento utile) che risparmiare.
