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Firenze: il movimento di lotta per la casa non sgombererà da via Spaventa

Occupazione Via Spaventa 17 01 17FIRENZE – «Nessuna disponibilità a lasciare l’immobile in assenza di soluzioni condivise e risolutive di un’emergenza che è già durata più di 10 anni. Lo scrivono in una nota il Movimento di Lotta per la casa e l’Assemblea dei rifugiati in lotta, a proposito dell’occupazione dello stabile di via Spaventa di proprietà dei Gesuiti che va avanti ormai da mesi: un centinaio di richiedenti asilo, principalmente somali, vi entrò pochi giorni dopo il rogo del capannone a Sesto Fiorentino dell’11 gennaio scorso nel quale morì un 44enne somalo. Per Luca Toscano, portavoce del movimento, «si sta facendo spazio l’ipotesi di uno sgombero per motivi di sicurezza. Negli scorsi giorni la polizia si è presentata in via Spaventa con al seguito i vigili del fuoco, evidentemente alla ricerca di qualsiasi pretesto per legittimare uno sgombero umanitario, in modo da presentare operazione finalizzata alla tutela degli occupanti stessi – si legge ancora nella nota, dove gli occupanti si dicono disponibili, come dal primo momento, a sedersi ad un tavolo inter-istituzionale che elabori soluzioni reali al bisogno di casa e dignità di tutti gli abitanti di via Spaventa».

Dal Movimento di lotta della casa critiche vengono mosse ai Gesuiti, proprietari dello stabile, che «punterebbero a uno sgombero che, dissimulato dietro motivazioni di ordine differente da quelle reali, non comprometta l’immagine pubblica dell’ordine religioso, quando in realtà loro vogliono portare avanti la vendita all’università cinese con la quale ci sarebbe già un accordo. “I Gesuiti dimostrerebbero di ragionare ed agire in maniera non differente da un qualsiasi speculatore immobiliare», conclude Toscano che ricorda le parole di Papa Francesco sull’accoglienza, e critica anche la diocesi: forse per la Curia il rispetto delle vite umane è a tempo determinato alla stessa maniera delle accoglienze nei progetti di accoglienza proposti dal Comune di Firenze?.

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