Disoccupazione: battaglia di cifre fra Renzi e Federconsumatori. Ma quella giovanile cresce

ROMA – La pubblicazione dei dati Istat, che da un lato indicano un aumento di posti di lavoro (sostanzialmente a tempo, quindi precari), dall’altro segnalano un preoccupante ulteriore aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, fanno discutere e litigare le forze politiche e le associazioni rappresentative. Mentre in un anno si segnalano 294.000 occupati in più, si evidenzia che la disoccupazione è salita all’11,3%, e quella giovanile ha toccato nuovamente il 35,5%. Da un lato il Governo inneggia agli straordinari risultati del Jobs Act, dall’altro le opposizioni osservano che l’Istat ha certificato soprattutto l’incapacità delle politiche governative di alleviare il flagello della disoccupazione giovanile. I nuovi occupati (a tempo) si situano infatti nella fascia del 40 – 50enni. Lo scontro più duro è fra Renzi e i consumatori.
RENZI – Esulta il segretario PD: «Dati ISTAT: +918MILA posti lavoro da feb 2014 (inizio #millegiorni) a oggi. Il milione di posti di lavoro lo fa il #JobAct, adesso #avanti». Con questo lancio su twitter il rottamatore rivendica il merito della riforma del suo governo.
FEDERCONSUMATORI – Ma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori, è di tutt’altro avviso: «I dati sulla disoccupazione di luglio dell’Istat smentiscono il forte ottimismo sulla ripresa occupazionale che, come denunciamo da tempo, è ancora lontana. Per avviare un reale rilancio del mercato del lavoro sono indispensabili interventi di carattere strutturale, che superino la logica dei bonus, ma agiscano attraverso un taglio delle tasse sul lavoro, nonché avviando un piano di investimenti per la ricerca, lo sviluppo e la modernizzazione. L’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che, se il tasso di disoccupazione si attestasse al 6%, il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di euro l’anno. Incremento che sarebbe in grado di rimettere in moto una domanda interna ancora in forte crisi, determinando così una ripresa della produzione e dando un ulteriore impulso alla crescita occupazionale. Si tratta di un intervento improrogabile, da porre tra le priorità del Governo, soprattutto in vista dell’approvazione della legge di bilancio».
Fra polemiche e disfide, esagerazioni consuete dei renziani e repliche delle opposizioni, la conclusione è quella che per i giovani non si vedono ancora prospettive positive, tanto che oltre 100.000 ogni anno sono costretti a cercare fortuna all’estero. In barba al tanto decantato Jobs Act.
