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Contravvenzioni stradali: Minniti, non debbono servire a impinguare i bilanci comunali

ROMA – Dura reprimenda del ministro dell’interno, Marco Minniti, ai Comuni che fanno cassa con le contravvenzioni stradali. Un intervento che piacerà agli automobilisti tartassati un po’ meno ai sindaci in cerca di quattrini. «Il quadro normativo, correttamente applicato, è idoneo a garantire che gli accertamenti delle violazioni previste dal codice della strada non siano strumento per implementare in modo improprio i bilanci comunali». Queste le parole del ministro nel question time alla Camera.

Il ministro ha ricordato che «sono stati aggiornati i principi e i criteri cui gli organi accertatori devono attenersi per effettuare contestazioni in caso di inosservanza dei limiti di velocità in modo da contemperare l’esigenza primaria di garantire le condizioni di sicurezza stradale con quella di tutela dell’affidamento degli utenti della strada che devono essere posti in condizione di adeguarsi preventivamente ai limiti prefissati».

L’articolo 208 del codice della strada, ha proseguito, «stabilisce che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie sono incamerati dall’amministrazione pubblica a cui appartiene l’organo di Polizia stradale che ha accertato l’illecito e che tuttavia non può beneficiarne direttamente in nessuna forma. I proventi sono devoluti agli enti locali di appartenenza ovvero alle amministrazioni statali. Una quota pari al 50% dei proventi spettanti agli enti locali è vincolata a specifici interventi per migliorare le infrastrutture, la sicurezza stradale, la segnaletica e il potenziamento delle attività di controllo. Lo stesso vincolo di destinazione si applica in caso di violazione dell”articolo 142 del codice della strada in tema di eccesso di velocità accertato con sistemi di rilevamento ovvero mezzi tecnici di controllo a distanza».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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