La May a Firenze: «Brexit non è rinnegare l’Europa». E agli italiani in Gb: «Siete preziosi, restate!»

FIRENZE – Cerca di essere convincente, Theresa May, dal palco della ex Scuola marescialli dei carabinieri, sotto i riflettori di tutta Europa. E del mondo. La prima frase che esce dalla sua corposa relazione sulla Brexit è naturalmente rassicurante verso gli europei che vivono e lavorano Oltre Manica: «Voglio reiterare a tutti gli italiani e ai cittadini Ue che vivono nel regno Unito che vogliamo che restiate, siete preziosi per noi e vi ringraziamo per il vostro contributo».
Ha scelto Firenze, il premier britannico, per tutto quello che questa città ha rappresentato e rappresenta per gli inglesi. Firenze, attraverso i banchieri Bardi e Peruzzi, finanziò la guerra dei cento anni. Gli inglesi si sentono da sempre vicini a Firenze: lo fu Elizabeth Barret Browning, che riposa qui, nel cimitero sopra Borgo Pinti. E lo furono gli ufficiali in giubba rossa di ritorno dall’India e poco attratti dall’idea di tornare nelle nebbie londinesi. Firenze, per la Gran Bretagna tutta,è il cuore dell’Europa.

Così, nonostante le critiche che gli rimbalzano addosso da ogni parte, da Bruxelles e da casa sua, e poco interessata alla protesta degli inglesi di Toscana che hanno riempito la stazione e piazza Santa Maria Novella di cartelli, la signora May va avanti. Ripetendo che intende garantire i diritti dei 600 mila italiani residenti nel Regno Unito dopo la Brexit. E continuando: «La Gran Bretagna ha deciso di lasciare l’Ue, ma intende restare partner dei Paesi europei, dall’economia, alla lotta contro il terrorismo, al tema dell’emergenza immigrazione. Vogliamo essere i migliori partner dell’Ue. La Gran Bretagna – ha ribadito – intende offrire piena garanzia per i diritti dei cittadini Ue residenti nel Paese. Le corti britanniche recepiranno la giurisprudenza della corte europea. Gran Bretagna e Ue possono essere creativi nello stabilire una nuova relazione dopo la Brexit. Gli occhi del mondo sono puntati su di noi».
BRUXELLES – Per il primo ministro è dovere di Londra e Bruxelles trovare un accordo e lei si sente in proposito ottimista. «Lasciamo l’Ue, ma non lasciamo l’Europa, in nessun modo il Regno Unito intende abbandonare la sua alleanza con i Paesi del continente e il suo impegno comune per la democrazia, i diritti umani, la difesa e contro minacce internazionali fra le quali anche il programma nucleare della Corea del Nord. Noi non voltiamo le spalle all’Europa, né smettiamo di essere membri orgogliosi del continente europeo». Theresa May rivendica però come una scelta democratica e di sovranità quella fatta con il referendum dell’anno scorso in favore della Brexit. «Il successo dell’Ue – ha insistito – è profondamente nell’interesse nazionale del Regno Unito. La Gran Bretagna resta un fiero membro della famiglia di nazioni europee. L’Italia – ha detto in un altro passaggio – è in prima linea nell’emergenza migranti e la Gran Bretagna sta collaborando attivamente».
CONFINI – Il Regno Unito non si è mai trovato a suo agio nell’UE. Tuttavia, nella fase di transizione di due anni auspicata da Theresa May per il dopo Brexit, fino al 2021, in Gran Bretagna resterà in vigore una serie di norme Ue e la giurisdizione delle corti europee, ma il Regno si riserva di riacquisire piena sovranità sul controllo dei suoi confini. Lo precisa la premier rispondendo a una domanda della Bbc che mette in dubbio l’accoglienza da parte dei sostenitori della Brexit di un periodo di transizione prolungato. May ripete che l’accordo finale con Bruxelles, a cui Londra mira, non dovrà essere né sul modello del Canada, né su quello della Norvegia.
CRITICHE – «In sostanza, la premier May non sta portando nessuna chiarezza in più alle posizioni britanniche. Ora sono addirittura più preoccupato di prima». E’ la reazione del capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, Manfred Weber dopo il discorso di Firenze di Theresa May. «Le lancette si muovono – scrive su Twitter – e il tempo scorre più in fretta di quanto crede il governo a Londra. Il denaro è una cosa – aggiunge ancora – ma la vita di tutti i giorni delle persone è più importante. I cittadini dell’Ue nel Regno Unito hanno bisogno di certezze legali. Non solo delle parole rassicuranti pronunciate dal primo ministro a Firenze».
