Firenze: eredità sottratta al badante. Avvocato e funzionaria di banca patteggiano
FIRENZE – Comincia con due proposte di patteggiamento, per due imputati su tre, il processo sulla vicenda dell”eredità prosciugata a un badante cingalese di Firenze che in un testamento era stato reso beneficiario di una vera fortuna alla morte di un anziano che assisteva. Secondo una stima dei suoi legali, al cingalese sarebbero stati sottratti 2,8 milioni di euro. Il processo ha come imputati, per furto aggravato in concorso, un avvocato di Firenze e due funzionari di due banche che avrebbero agevolato il legale nei movimenti bancari necessari a distrarre ingenti somme di denaro dai conti del cingalese, peraltro cliente dello stesso avvocato.
Alla prima udienza, il giudice Marco Bouchard ha stralciato le posizioni dell’avvocato e di una funzionaria di banca perché entrambi hanno chiesto di patteggiare e il pm Christine von Borries ha dato il suo consenso: 2 anni e 10 mesi per l’avvocato; 6 mesi per la funzionaria. Sui patteggiamenti deciderà il 30 novembre il giudice Serafina Cannata. Il terzo imputato, altro funzionario di banca, ha scelto di proseguire col dibattimento e dimostrare la propria innocenza. Il cingalese, coi suoi avvocati Paolo Florio e Donatella Casini, ha chiesto di costituirsi parte civile. La vicenda cominciò mentre il cingalese era internato in una Rems per l’omicidio di due suoi connazionali. Secondo le ricostruzioni della guardia di finanza, il suo avvocato difensore, sfruttando una procura speciale, riuscì nel tempo, con la complicità di bancari, a svuotare i conti correnti e svincolare le somme investite, portando questo denaro nel suo controllo per un valore totale non inferiore ai 2,3 milioni di euro ma che a conti definitivi potrebbe sfiorare i 3 milioni. L’avvocato è in stato di libertà ma interdetto dall’esercizio della professione.
