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Elettorale: cosa prevede il Rosatellum 2.0, misto collegi uninominali maggioritari e proporzionale

ROMA – Come già accennato il Rosatellum 2.0 è diventato legge, grazie ai voti della maggioranza ai quali si sono aggiunti, dopo la definitiva uscita di Mdp, quelli Forza Italia e Lega. Anche il gruppo Ala ha confermato il proprio sostegno al provvedimento con il suo leader, Denis Verdini, che nell’Aula del Senato ha tra l’altro affermato: «Rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto, il ruolo di supplenza che abbiamo svolto». Altri aiutini alla maggioranza sono arrivati dal presidente emerito della Repubblica Gorgio Napolitano, che – dopo aver fatto fuoco e fiamme contro la legge – si è disciplinatamente adeguato alla proposta di maggioranza, e dal premio Nobel Carlo Rubbia. Fra gli altri senatori a vita, l’ex  premier Mario Monti si è espresso contro, mentre Elena  Cattaneo e Renzo Piano non hanno partecipato alla votazione perché in  congedo o in missione.

Prevede poco più di un terzo dei deputati eletti in collegi uninominali maggioritari, in cui i partiti
possono coalizzarsi, e gli altri in modo proporzionale. Ecco il Rosatellum 2.0 approvato definitivamente oggi dal Senato e in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale per diventare legge.

COLLEGI MAGGIORITARI: saranno 231 collegi, pari al 36% dei Seggi della Camera, e 109 al Senato. I partiti si potranno coalizzare per sostenere un comune candidato.

PROPORZIONALE: I restanti 399 deputati sono eletti con la proporzionale. Dodici deputati continueranno a essere eletti nelle Circoscrizioni Estere (6 i senatori eletti all”estero),  con metodo proporzionale e preferenze. In Italia un deputato è eletto in Valle d”Aosta in un collegio uninominale; i restanti 386 deputati saranno eletti con metodo proporzionale in listini bloccati di 2-4 nomi. Il testo delega il governo a definire questi collegi plurinominali, che potrebbero essere circa 65. Le Circoscrizioni, importanti per il recupero dei resti, saranno 28. In Senato saranno 20.

SOGLIA: nella parte proporzionale la soglia sarà al 3% sia alla Camera che al Senato.

UNA SCHEDA, VOTO UNICO: ci sarà una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio maggioritario sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono, con i nomi dei candidati dei listini. Barrando il simbolo del partito il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte
proporzionale.

VOTO DISPERSO: I voti degli elettori che avranno barrato solo il nome candidato del collegio uninominale saranno distribuiti proporzionalmente ai partiti che sostengono il candidato del
collegio.

SCORPORO: non è previsto lo scorporo come accadeva invece nel Mattarellum.

TRENTINO ALTO ADIGE: rimane il testo come modificato dall’emendamento Fraccaro-Biancofiore votato a scrutinio segreto l’8 giugno: Sei collegi uninominali e cinque proporzionali.

CAPO POLITICO: al momento di presentare le liste, i singoli partiti (ma non le coalizioni) devono indicare il proprio programma e il proprio capo. Il testo precisa che ciò è indipendente dai poteri del Presidente della Repubblica (art 92 della Costituzione) di nominare il Presidente del Consiglio.

TRASPARENZA: sul sito del Viminale i partiti pubblicheranno non solo liste, nome del capo e programma, ma anche lo Statuto e il titolare del simbolo.

LE FIRME: Viene dimezzato, rispetto al testo originario, il numero delle firme da raccogliere per tutti quei partiti o nuove formazioni che non hanno un proprio gruppo. Il numero di firme da raccogliere passa da 1.500-2.000 a circa 750 per ognuno dei 65 collegi plurinominali. Solo per le prossime elezioni, anche gli avvocati abilitati al patrocinio in Cassazione potranno autenticare le firme per la presentazione delle liste elettorali.

CANDIDATURE ALL’ESTERO: Chi risiede in Italia potrà candidarsi anche nella circoscrizione estero. Per M5s e Mdp la norma serve a far candidare Denis Verdini fuori dall’Italia, il Pd e i verdiniani negano. Introdotto anche il divieto di candidarsi per chi, residente all”estero, ha ricoperto incarichi politici nel Paese di emigrazione nei cinque anni precedenti le elezioni.

approvata, elettorale, legge


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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