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Profughi: hanno diritto a far esaminare la domanda nel paese in cui si trovano

La Corte di giustizia europea

BRUXELLES  – Allo scadere dei sei mesi  dall’ok del Paese di primo ingresso a farsi carico della  richiesta d’asilo, un profugo può far valere il diritto di far  esaminare la domanda nel Paese in cui si trova, e non essere  trasferito. Lo stabilisce una sentenza della Corte di giustizia  europea, in applicazione del Regolamento di Dublino.
La Corte si è pronunciata sul caso di un iraniano, che aveva  contestato dinanzi ai giudici austriaci il rigetto della sua  domanda di protezione internazionale in Austria e il suo
trasferimento verso la Bulgaria, Paese di primo ingresso  nell’Ue, che aveva accettato di riprenderlo in carico, e dove  l’uomo aveva già presentato richiesta d’asilo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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