Skip to main content

Lecce: tifosi ultrà condannati, è invasione di campo anche quella fatta dopo la fine del match

ROMA – Gli ultrà che invadono il campo di gioco commettono un reato, anche se la partita è finita e le squadre si sono ritirate negli spogliatoi. Lo stabilisce la Cassazione, confermando le condanne per sei tifosi del Lecce che, nel giugno 2013, dopo la sconfitta contro il Carpi nella finale play-off del campionato nazionale di Lega Pro, avevano sfondato una porta antipanico scendendo in campo, cercando poi di entrare negli spogliatoi per avventarsi contro i calciatori del Lecce. Gli ultrà erano stati fermati dagli steward e dalla polizia, ma in 400 avevano «intrapreso una fitta sassaiola» contro le forze dell’ordine per raggiungere il pullman della squadra.

I legali degli ultrà hanno sostenuto davanti alla Suprema Corte che la partita fosse ormai conclusa e non si potesse quindi contestare l’invasione di campo. Per i giudici, però, l’incriminazione scatta «in relazione a qualunque condotta di invasione di campo che sia posta in essere all’interno dell’impianto (lo stadio) in occasione dell’evento sportivo (l’incontro di calcio), dunque non soltanto durante i 90 minuti del match, ma anche nella fase precedente al fischio di inizio, nell’intervallo fra i due tempi e nella fase post-gara».

Sono state confermate anche le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, con condanne che vanno dai sei mesi di arresto e duemila euro di multa a tre anni e due mesi di arresto.

cassazione, invasione campo, ultra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741