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Pensioni: litigano le Signore del sindacato, Furlan (Cisl) contro Camusso (Cgil)

ROMA – Con la sua nuova proposta, contenuta nelle tre paginette consegnate ieri, il Governo non è riuscito a risolvere la situazione, ma ha quanto meno diviso il fronte sindacale. Provocando un botta e risposta fulminante fra le due signore del Sindacato, Camusso e Furlan, mentre Barbagallo rimane in secondo piano.

Parte all’attacco Camusso: «Sullo sciopero decideremo dopo l’incontro di martedì con il governo, che sta perdendo la
grande occasione di dare le risposte attese dai lavoratori, giovani e donne. La segreteria della Cgil ha ricevuto dal
Direttivo un mandato che non esclude nulla. Gradueremo le iniziative sulla base delle risposte del governo e in parallelo alla discussione parlamentare. «Le proposte di Gentiloni non rispettano gli impegni che il governo stesso ha preso nel settembre 2016. Non c’è niente per i giovani e per le donne con lavori di cura. Manca la pensione garanzia per i giovani. Il principio di equità sul contributivo: oggi se hai una buona carriera puoi andare in pensione tre anni prima, perché maturi un assegno superiore a 2,8 volte il minimo; se invece sei un lavoratore discontinuo o di categorie povere, devi inseguire l”aspettativa di vita fino a 70 anni», evidenzia la leader Cgil, secondo cui sarebbe
meglio rinviare a giugno la decisione sullo scatto di 5 mesi. In merito a Gentiloni, secondo cui «l’intransigenza della Cgil spiana la strada alla Lega di Salvini, se non dà risposte positive alle richieste della maggioranza del Paese, è lui che indirizza il voto in altre direzioni», ribatte Camusso.

Replica a stretto giro di posta la collega della Cisl, Anna Maria Furlan, da sempre vicina a Renzi e al governo, anche se non si vedono ancora molti risultati di questa posizione filogovernativa: «A condizioni date abbiamo portato a
casa risultati importanti. Nel Paese delle meraviglie di Alice forse sarebbe andata diversamente, ma il mio mestiere è quello di fare sindacato, e un sindacato ha il dovere di portare a casa risultati. Quando dalla trattativa emergono risultati positivi, il sindacato firma e porta a casa». E attacca Susanna Camusso, che, a suo avviso, sbaglia nel valutare la situazione: «Ci sono alcuni punti da precisare, ad esempio sulla platea di lavoratori del settore siderurgico da far rientrare nell’ambito delle esenzioni, ma la verità è che non ci saranno cambiamenti sostanziali. Siamo in un momento particolare del Paese, a breve il presidente della Repubblica scioglierà le Camere e ogni giorno perso è uno in meno per introdurre questo pacchetto nella prossima Finanziaria. Sui lavori gravosi abbiamo ottenuto persino più di quel che chiedemmo poco più di un anno fa tutti insieme: noi, Cgil e Uil. Di riforma in riforma si è creato un meccanismo che non dà alcuna certezza alle persone che aspirano al riposo. La modifica del meccanismo sull’aumento dell’aspettativa di vita per tutti i lavoratori e lavoratrici è una risposta in questo senso. Ai giovani pensa la Finanziaria con misure come la decontribuzione e lo sgravio fiscale per le aziende che fanno formazione».

Vedremo le decisioni dopo l’incontro di martedì, anche se probabilmente ci saranno Cisl a fianco di Padoan e Gentiloni, gli altri sullo schieramento opposto. E chi ci rimetterà saranno lavoratori e pensionati, non certo industriali e banchieri.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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