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Lavoro: diminuiscono i contratti stabili (-2,7%), aumentano quelli a termine (+126,4%). Gli effetti perversi del Jobs Act

ROMA  – Nei primi dieci mesi del 2017 sono stati attivati, comprese le trasformazioni, 1,33 milioni di contratti a tempo indeterminato con un calo del 2,7% sullo stesso periodo 2016. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato: le cessazioni di contratti stabili nello stesso periodo sono state lievemente superiori alle assunzioni (1.343.705). Nel complesso i nuovi rapporti di lavoro (fissi e a termine) nel periodo sono stati 5.919.509 con un saldo tra assunzioni e cessazioni (5.190.195) pari a +729.000 contratti.

Prosegue il boom del lavoro a chiamata dopo l’abolizione dei voucher decisa a marzo del 2017. Nei primi dieci mesi del 2017 i contratti di lavoro a chiamata sono cresciuti del 126,4% passando da 160.000 (2016) a 363.000. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Tra le assunzioni a tempo determinato appare significativo anche l”incremento dei contratti di somministrazione (+21,7%). L”aumento dei contratti a chiamata, come, in parte, anche quello dei contratti di somministrazione e dei contratti a tempo determinato, scrive l’Inps, «può essere posto in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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