Berlino: governo, giorni decisivi per rilanciare la Grosse Koalition. Ultime trattative Merkel – Schulz
BERLINO – Groko-si o Groko-no? E” questa la domanda che rimbalza nelle ultime ore di trattative per la formazione di una coalizione di governo, dove Gro-ko sta per Grosse Koalition tra Cdu-Csu e Spd. Sono le ultime ore, quelle decisive per stabilire se ci sarà o meno una nuova edizione della coalizione che ha guidato la Germania negli ultimi 4 anni, dopo 16 settimane di consultazioni infruttuose. Secondo le
indiscrezioni raccolte da Bild, si sarebbe raggiunto un accordo sui temi europei mentre manca ancora una linea comune su fisco,
migranti e riforma delle casse di malattia.
Sono proprio questi, con ogni probabilità, gli ostacoli a cui facevano riferimento sia la cancelliera Angela Merkel che il socialdemocratico,
Martin Schulz, nelle loro dichiarazioni alla stampa. Ci sono ancora grandi ostacoli da rimuovere, avevano ripetuto entrambi, usando la stessa identica espressione.
L’Spd non vuole mollare sull’aumento dell”aliquota massima di imposta, la cosiddetta tassa sulla ricchezza, mentre la Cdu, e in particolare la sua alleata bavarese, non transigono sul blocco del ricongiungimento familiare dei migranti che godono di protezione sussidiaria. L’Spd vorrebbe sbloccare la questione e ripristinare la legge, che permette il ricongiungimento, mentre la Cdu e la Csu si oppongono fermamente, ritenendo che proprio la gestione della crisi dei migranti sia stata la causa del crollo elettorale dei due partiti conservatori. Un altro cavallo di battaglia dell’Spd, che finora non è riuscito a far breccia nell’Unione, è l’unificazione delle casse di malattia, ovvero una riforma profonda del sistema attuale delle assicurazioni sanitarie. Questi sono i tre temi di più difficile risoluzione.
Stamattina, tra le righe, Merkel ha inviato un messaggio al partito di Schulz: la Cdu farà di tutto, ha detto la cancelliera, per impegnarsi “con costruttività e per raggiungere i necessari compromessi”.
Ma non tutte le richieste del Spd potranno essere esaudite. Schulz ne è consapevole. Ma a lui non basta un accordo, serve il migliore accordo possibile. Sulla sua testa, come su quella di tutti gli elettori tedeschi, pende la spada di Damocle del congresso dell’Spd. Tra 10 giorni se un accordo sarà raggiunto, sarà comunque sottoposto all’approvazione del partito. Non tutto quindi dipende da Martin Schulz. Dall’altro lato, non tutto dipende dalla volontà della cancelliera, limitata com’è da veti incrociati all’interno del suo partito e del partito alleato.
Merkel e Schulz sono oggi due leader legati da un comune destino, consapevoli di giocare il tutto per tutto. Se salta l’accordo, infatti, dovranno passare le carte ad altri giocatori e accomodarsi fuori.