Firenze, Cappella Brancacci: cade un calcinaccio da 3 metri, percorso di Masaccio chiuso

FIRENZE – Stop alle visite a Msaccio. Il percorso museale della Cappella Brancacci, in piazza del Carmine, è stato chiuso per la caduta di un calcinaccio dal soffitto di una delle cappelle adiacenti. Il calcinaccio, della grandezza di un pugno, è caduto da un’altezza di tre metri. Non ci sono stati feriti. Lo rende noto Palazzo Vecchio. Sono stati svolti subito sopralluoghi tecnici e lunedì prossimo inizieranno i lavori di ripristino. Al momento il museo rimane chiuso.
La Cappella Brancacci è situata all’interno della chiesa di Santa Maria del Carmine e rappresenta uno degli esempi più elevati di pittura del Rinascimento (1424-1428). Sulle sue pareti ci sono affreschi frutto della collaborazione di due dei più grandi artisti dell’epoca, Masaccio e Masolino da Panicale, ai quali si aggiunse in seguito la mano di Filippino Lippi, chiamato a completare l’opera circa cinquant’anni dopo.
AGGIORNAMENTO delle 16.12
Dopo le verifiche dei tecnici, il museo, esclusa la Cappella dove si è verificato il distacco, riaprirà da domani a domenica. Lunedì inizieranno i lavori di ripristino e di verifica e fino al loro termine, preventivato in pochi giorni, il museo sarà chiuso. L’ultima verifica alla Cappella dove si è verificato il distacco era stata fatta nel 2008. I servizi tecnici compiono periodicamente controlli sul patrimonio monumentale della città, con una spesa pari a un milione di euro circa l’anno. Da quest’anno sarà avviato un piano complessivo di manutenzione programmata che riguarda tutti i 320 monumenti.
Lunedì, contestualmente ai controlli al soffitto della Cappella, saranno anticipati i controlli alla Chiesa nel suo complesso, che sarebbero dovuti iniziare a breve: gli ultimi lavori di manutenzione alle coperture risalgono al 2015, dopo che qualche mese prima erano state registrate infiltrazioni dovute a un nubifragio, e stanno per partire i cantieri per la vela campanaria (pari a 100 mila euro) e le coperture e gli intonaci del convento (600 mila). I tecnici hanno spiegato che il distacco dello stucco è dovuto presumibilmente alla degradazione naturale del materiale e non era prevedibile.
