Firenze: il procuratore Giuseppe Creazzo critica la legge sull’omicidio stradale. Ha creato disparità di trattamento

FIRENZE – Parole insolitamente dure del procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, in occasione della presentazione del libro di Annalisa Chirico ‘Fino a prova contraria. Tra gogna e impunità, l’Italia della giustizia sommaria”. Ha affermato infatti «Se del florilegio di esempi sulla giurisdizione italiana, tutti dipinti con segno negativo, si dovesse trarre l’impressione che in Italia la giustizia non esiste, e che i provvedimenti dei giudici non hanno forza cogente, saremmo di fronte a un pericolo evidente, d’altronde “l’opera di delegittimazione della magistratura va avanti da tempo e si inserisce in un quadro di manifesta insofferenza ai controlli di legalità che si è profilato nel Paese».
Toccando vari temi della giustizia, Creazzo ha criticato la proposta di separazione delle carriere anche laddove si ipotizza di porre la funzione del pubblico ministero sotto il controllo del governo e ha rivendicato il ruolo indipendente del pm che – ha detto – è benzina della giustizia. Critiche del procuratore capo anche alla legge sull’omicidio stradale, legge di cui non si sentiva il bisogno e che crea disparità di trattamento e che è un esempio di “panpenalismo”. A questo proposito Creazzo ha fatto il confronto con i sinistri in mare: Se io con un gommone uccido uno in acqua, vengo giudicato per omicidio colposo sotto le norme del codice della navigazione. Ma se uccido in modo analogo in strada, le pene previste dal reato di omicidio stradale sono molto superiori».
Creazzo ha anche auspicato una maggiore applicazione delle regole deontologiche nei confronti dei giornalisti.

laura
Vorrei dire al Procuratore Creazzo CUI PREGO DI RIPORTARE QUESTE MIE PAROLE , che il discorso non sta esattamente nei termini in cui lui descrive. L’ inutilità della legge omicidio stradale su cui concordo non è rapportata ad eccesso di giustizialismo..ma è provata dal fatto che nonostante tutto, e la legge in questione, non esiste certezza della pena e che QUESTA LEGGE non sarebbe dovuta servire in uno stato civile ..una legge inutile, quando le pene SE APPPLICATE a riconoscimento di colpevolezza, erano già applicabili in cospicuo numero di anni anche prima . La criminalizzazione sta nel permettere a chi ha scientemente ucciso di riuccidere SCAMPANDO SEMPRE UNA ADEGUATA PUNIZIONE. perché si fa una legge cosiddetta “perfettibile”, come tutto in questo Paese, e la si lascia lì modificando in peggio parallelamente, le regole del codice della strada, utilizzando patteggiamento e persino facoltà di un omicida stradale con colpevolezza accertata, dopo aver patteggiato per ridurre la pena, di ricorrere in Cassazione ” perché il fatto non sussiste” e per ” non aver commesso il fatto” . Questo è successo per mia figlia unica di 20 anni uccisa sulle strisce pedonali e per tanti altri casi di amici del dolore che mai avrei voluto conoscere. Penso che se il procuratore debba capire che il problema non è la legge ma chi la fa e la applica in ogni caso in cui DEVE ESSERE APPLICATA PER GIUSTA CAUSA. Saluti .
In memoria di Giulia Porfiri, 20 anni, uccisa sulla strada (strisce pedonali). GIULIA PORFIRI AVEVA VENT’ANNI. Ora per sempre. GLI ATTI SONO A DISPOSIZIONE PER CHI VOLESSE LEGGERLI. Laura Di Niro ROMA . l.diniro@italferr.it