Ucciso a Firenze: è senegalese il morto della sparatoria. Suoi connazionali bloccano ponte Vespucci
FIRENZE – E’ un senegalese di 54 anni, e non un italiano di 70, l’uomo ucciso stamani, 5 marzo, su ponte Vespucci. E ora sono una ventina i senegalesi che stanno bloccando una carreggiata del ponte Vespucci, a Firenze, dove
stamani è stato ucciso il loro connazionale con colpi d’arma da fuoco sparati da un italiano. I senegalesi si sono radunati proprio per esprimere la loro rabbia per l’accaduto, così dicono, e rimarranno finchè serve. Il ponte, che era stato riaperto dopo la rimozione della salma, è stato di nuovo isolato dalle forze dell’ordine anche nella carreggiata che in teoria viene lasciata percorribile. Alla spicciolata stanno arrivando altri senegalesi per unirsi alla protesta. Non esiste, almeno all’apparenza, un referente di questo gruppo. Personale delle forze dell’ordine sta colloquiando con alcuni di loro per capire quali siano le loro intenzioni.
Com detto, la vittima è un senegalese di 54 anni, venditore ambulante irregolare. Sempre secondo quanto emerso al
momento è stato raggiunto da più colpi di pistola all’altezza del torace. L’uomo fermato per l’omicidio è un italiano di 65 anni, Roberto Pirrone, 65 anni, incensurato: avrebbe sparato con una Beretta regolarmente detenuta. Pirrone sarebbe uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi, pare per motivi economici, finendo poi per sparare e uccidere a caso. Il Pirrone è stato bloccato e disarmato da militari dell’Esercito impegnati nell’Operazione Strade Sicure nella città di Firenze. Dopo aver udito spari nei pressi del consolato Usa sul Lungarno, i soldati hanno individuato e fermato l’ uomo armato. L’intervento della pattuglia dell’Esercito, formata da personale del 186° reggimento paracadutisti Folgore, ha permesso il riconoscimento, il disarmo e il fermo del Pirrone.
AGGIORNAMENTO DELLE 17,00
I senegalesi che hanno bloccato il ponte Vespucci di Firenze per protesta contro l’omicidio di un loro connazionale si sono mossi in corteo sui lungarni in direzione della questura per avere chiarimenti sui motivi di questo omicidio. Nel corteo improvvisato, un centinaio di africani che hanno deciso di portare la loro protesta alle autorità, in questura e anche in Palazzo Vecchio.
AGGIORNAMENTO DELLE 18,00
«Invito tutta la comunità senegalese, che sta manifestando, a mantenere la calma e non travalicare le forme di espressione pubbliche del dolore». Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a proposito dell’omicidio del senegalese avvenuto questa mattina, 5 marzo, sul ponte Vespucci. Nardella ha espresso grande dolore per la tragedia e ha manifestato solidarietà alla comunità senegalese.
Nardella ha parlato di un fatto molto grave, che ha colpito moltissimo la città: il senegalese ucciso, immigrato regolare a Firenze, aveva come unica colpa quella di trovarsi per caso di passaggio sul ponte Vespucci. Il sindaco ha chiesto alla magistratura di fare presto chiarezza sulla dinamica dell’omicidio: confidiamo a tal fine nelle forze dell’ordine, e attendiamo con fiducia chiarimenti sulla vicenda.
Nardella, parlando con i giornalisti, ha detto di aver sentito il ministro dell’Interno, Marco Minniti, e di essere in contatto con il
questore.
