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Firenze: le proteste dei senegalesi sfociano in eccessi intollerabili. Riportiamo tutti alla ragionevolezza

Firenze sembra ripiombata nei giorni bui del dicembre 2011, quando due ambulanti senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, furono uccisi da Gianluca Casseri, simpatizzante di estrema destra, che poi, accerchiato dalle Forze dell’ordine, si suicidò al Mercato di San Lorenzo. Anche allora protesste giuste dei senegalesi, cortei per la città, immediata solidarietà delle istituzioni e dei fiorentini.

OMICIDIO – Oggi la storia si è ripetuta, un ambulante senegalese, Idy Diene, 54 anni, è stato ucciso sul Ponte Vespucci a colpi di pistola, e l’autore del crimine, Roberto Pirrone, 65 anni è stato subito bloccato dalla polizia, allertata dai militari della Folgore in servizio di vigilanza; ma questo assurdo delitto ha scatenato la rivolta della comunità senegalese, che in serata ha inscenato una protesta violenta nel centro di Firenze, con atti di vandalismo che hanno richiesto l’intervento della polizia in assetto antisommossa.

PROTESTE – Gli africani protestano per l’omicidio, ritenendolo un delitto di matrice razzista, proprio come avvenne in piazza Dalmazia. “Vogliamo la verità”, dicono; vengono ricevuti in Comune. I manifestanti, che evidentemente conoscono bene le polemiche imperversanti nella politica italiana e subiscono spesso l’influenza di certi ambienti (centri sociali e simili), hanno subito lanciato accuse di razzismo e fascismo. Accuse del tutto fuori luogo. Lo stesso procuratore della repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo, proprio per evitare opportunamente speculazioni politiche, ha subito escluso che l’omicidio fosse dettato da ragioni di razzismo o politiche.

PAPE DIAW – Anche lo storico rappresentante della comunità senegalese Pape Diaw – che nel 2011 si adoperò per mantenere la calma, dialogando con le autorità – esplode in affermazioni pesanti: “Abbiamo raccolto due morti in questa città e abbiamo mantenuto la calma. Stavolta basta. Come mai questo avviene subito dopo le elezioni? È un omicidio razzista, tra tutte le persone che ha incontrato una volta uscito di casa lui ha sparato a uno di colore… E a noi dicono di stare calmi? Siamo stati calmi già l’altra volta” dice riferendosi alla strage di piazza Dalmazia. Una donna ha chiesto al personale della Digos di incontrare il sindaco di Firenze, si sono uditi cori contro il razzismo, il fascismo e contro Salvini. Ecco le conseguenze di una nefasta propaganda politica, da una parte e dall’altra.

SPINTONATO NARDELLA – E difatti la calma, purtroppo, non è tornata, perché il giorno successivo, oggi 6 marzo, la comunità senegalese, nella quale si sono infiltrati come al solito i centri sociali, ha spintonato fuori dal Ponte Vespucci, dove aveva organizzato un presidio, e insultato il Sindaco Dario Nardella, che si era presentato con una delegazione del Comune per attestare solidarietà. Durante il breve tafferuglio personale della Digos e dei carabinieri ha allontanato in particolare alcuni italiani che appartengono ai centri sociali e a formazioni dell’estrema sinistra che si erano avvicinati moltissimo al sindaco insultandolo e invitando anche i senegalesi a fare questo. Un giovane dei centri sociali fiorentini, in particolare, si era avvicinato a Nardella, sputandogli addosso.

FOLLE? – Sembrano, per ora, sopite le polemiche sulla possibile matrice politica, il Pirrone risulterebbe un mancato suicida e la matrice del delitto sembrerebbe derivare dalla suo stato mentale alterato, ma è una tesi da prendersi con le molle. Ma anche in questo caso non si giustificano assolutamente le violenze che da due giorni sono poste in atto da una parte della comunità senegalese. Ricordiamo le tre vittime del ghanese Adam Kabobo, cittadini milanesi aggrediti e massacrati a colpi di piccone da un folle. Razzismo al contrario? Con questo metro i milanesi avrebbero dovuto sfasciare tutto quello che incontravano?

EQUILIBRIO – Dobbiamo tutti adoperarci per ristabilire il giusto equilibrio e tutti, soprattutto i politici che in campagna elettorale hanno ecceduto nelle denunce e negli anatemi (contro i migranti clandestini da un lato e contro lo spettro di un risorgente fascismo dall’altro), dovrebbero riflettere che, come si dice spesso, le parole sono talvolta pallottole e possono incitare chi le pallottole le spara per davvero.

POLITICI E AUTORITA’ – Non viviamo un buon clima, la propaganda elettorale ha acceso gli animi e il risultato delle elezioni non sembra destinato a sopirli. Le Autorità civili e religiose (l’Imam Izzedin Elzir è intervenuto per invitare alla preghiera e calmare i senegalesi più focosi) prendano in mano la situazione. Nel 2011 il loro intervento immediato e concorde fece sì che la situazione non sfuggisse di mano, nonostante i tentativi, anche allora, dei centri sociali che incitavano gli africani alla rivolta. Probabilmente continueranno le iniziative della comunità senegalese, sembra che sabato prossimo ci sarà a Firenze una manifestazione nazionale, almeno così ha anticipato una dichiarazione del Partiti di Rifondazione comunista fiorentino, che ha preannunciato appunto la sua partecipazione alla manifestazione di sabato nel pomeriggio nel capoluogo toscano, che avrà valenza nazionale.

In tale occasione la nostra città avrà gli occhi di tutt’Italia addosso. Facciamo sì che si possa dare l’immagine di città della pace e della fratellanza, che però non sopporta violenze e soprusio da qualsiasi parte provengano, così come tanti sindaci del presente e del passato hanno sempre sostenuto.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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