Governo: Renzi ha deciso, niente consultazioni, vado a sciare. continuano le polemiche sulle dimissioni ritardate

ROMA – Renzi inizia a disimpegnarsi, ma vuol restare responsabile della formazione del Governo, almeno per quanto riguarda il ruolo, pur sempre importante, anche se ormai non decisivo, del Pd. Forse gli sono giunte alle orecchie le manovre ipotizzate di un accordo con il M5s, che sarebbe gradito al Presidente Mattarella e organizzato da Gentiloni e Franceschini. «Deciderà la direzione, io vado a sciare» ha detto il segretario dimissionario del Pdi a Massimo Giannini, che lo ha rivelato al Circo Massimo su Radio Capital. Renzi ha aggiunto che non intende far parte della delegazione Dem che salirà al Quirinale per le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Matteo Renzi ieri ha annunciato le dimissioni da segretario del Pd e il congresso del partito, ma al tempo stesso fa sapere che sarà lui a gestire la prossima fase politica fino a dopo le consultazioni chiudendo la porta ad eventuali ‘reggenti’ per questa fase. E chiude anche subito a eventuali “inciuci”. “Siamo all’opposizione, non faremo la stampella agli estremisti“, puntualizza.
Parole che destano però polemiche all’interno del partito. “La decisione di Renzi di dimettersi e contemporaneamente rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo”. Lo dice il capogruppo Pd Luigi Zanda. “Le dimissioni di un leader sono una cosa seria, o si danno o non si danno. E quando si decide, si danno senza manovre”. Serve “collegialità che è l’opposto dei caminetti” e “annunciare le dimissioni e rinviarne l’operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare”.
“Penso che annunciare le dimissioni, e non darle, dopo avere subito una sconfitta di queste dimensioni sia vistosamente in contrasto con il senso di responsabilità di lealtà e di chiarezza dovuti al partito, ai suoi militanti, ai suoi elettori”, commenta Anna Finocchiaro.
“Siamo alla ormai consueta elencazione di alibi e all’individuazione di responsabilità esterne. Da questo atteggiamento deriva la soluzione ambigua individuata, di dimissioni non dimissioni“. Così il leader della minoranza Pd Andrea Orlando commenta le parole di Matteo Renzi. “Noi siamo, tanto quanto Renzi, contro i caminetti ma anche contro i bunker. Siamo per il pluralismo. E siamo per ridare la parola subito ai nostri iscritti e ai nostri militanti. Avviamo subito, nella Direzione nazionale, un confronto aperto e trasparente”.
Il coordinatore del partito,Lorenzo Guerini, cerca di stroncare le polemiche sul nascere: “Nessuna dilazione, le dimissioni di Renzi sono verissime. Lo ha detto chiaramente in conferenza stampa, alla luce dei risultati elettorali di ieri. Il tema centrale è un punto politico: il Pd è all’opposizione, in coerenza con quanto detto in campagna elettorale da tutto il Pd. E nessuna gestione solitaria dei prossimi passaggi: lunedì prossimo faremo Direzione nazionale e quello sarà il luogo e il momento per aprire una riflessione seria e responsabile sui risultati”.
