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Commercio: per Pasqua e Pasquetta negozi chiusi in cinque regioni, compresa la Toscana

ROMA – Anche a Firenze ci siamo accorti della difficoltà di procurarci prodotti alimentari in questo ponte, visto che la Toscana era compresa fra le regioni nelle quali i sindacati hanno proclamato lo sciopero degli addetti. Grandi cartelli lo annunciavano agli ingressi dei supermercato, in modo da invitare i consumatori a fare le provviste per tempo. Domenica 1 e lunedì 2 aprile infatti i sindacati confederali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno proclamato un’astensione dal lavoro in Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia per protestare contro le aperture dei negozi nei giorni festivi. Alla base delle iniziative decise a livello territoriale, il no alla liberalizzazione “selvaggia” degli orari e delle aperture e la difesa del “valore sociale” delle festività, del diritto al riposo e alla conciliazione dei tempi di vita-lavoro.

LA FESTA NON SI VENDE – “Nei giorni di festa non si vendono diritti”, “Vi romperemo le uova nel paniere'”, “La festa non si vende”, sono alcuni degli slogan che accompagnano la protesta e che campeggiano nei volantini preparati dalle tre sigle Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil.

CONFESERCENTI: “Disastro la deregulation totale del commercio, voluta nel 2011 dal Governo Monti”. Non solo “per i lavoratori, che si sono visti privare del riposo domenicale, ma anche per i negozi indipendenti. Che, a partire dal fattore lavoro, non sono stati in grado di competere con le aperture 24 ore su 24, sette giorni su sette, praticate dalla grande distribuzione. E sono stati costretti a chiudere”.

CAMUSSO: “PRESSIONE INSOPPORTABILE” – “C’è l’idea che tutti i giorni sono uguali e che non c’è più né festa religiosa né laica che venga riconosciuta, non solo come occasione di riposo ma anche per fare delle cose diverse – ha detto il segretario generale della Cgil.
È insopportabile questa pressione che non ha paragone con gli altri Paesi europei dove, invece, le regole sugli orari sono molto precise e rispettose delle persone che lavorano”, ha sottolineato Susanna Camusso.

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