Firenze: Comitato denuncia selva di pali e fili deturpa Piazza Stazione. Ma a Padova il tram viaggia a batteria (videos)
FIRENZE – Trascriviamo il commento, con foto, che il Comitato cittadini dell’area fiorentina ci ha inviato in merito alla selva di pali neri spuntati come funghi in Piazza stazione per la costruzione della tramvia, un effetto davvero orripilante.
«Con grande evidenza su QN La Nazione di Firenze di venerdì 6 aprile Il Soprintendente all’Archeologia, alle Belle arti e al Paesaggio Andrea Pessina si dichiara “angustiato non poco” per lo scempio ferro-tranviario di Piazza della Stazione che ha trasformato una delle più note prospettive del Novecento toscano in quella che abbiamo definito “una selva di funebri fusti in acciaio”. Sia pure rischiando il senno del poi il Sovrintendente Pessina prende le distanze dall’autorizzazione data “molto tempo prima del mio arrivo a Firenze” alle linee tranviarie nel centro storico. “E comunque il progetto non fa lo stesso effetto”, cioè (ipotizziamo) nel progetto non si vedevano tutti quei fili e quei pali (ma si potevano facilmente immaginare). Ma quando è cominciata l’angustia? “Una decina di giorni fa, quando ho visto che cominciavano a piantare i pali”. Ora i lavori per la Linea 2 sono iniziati nel 2011, mentre quelli della Linea 3 nel 2014. Nel corso del 2017 attorno alla Fortezza da Basso, e non solo, è successo di tutto. Possibile che il dott. Pessina si desti solo adesso ? Possibile che non fosse assolutamente possibile ritornarci sopra a quel nulla osta, concesso evidentemente in maniera superficiale dalla precedente Sovrintendente ? E adesso che si fa ? Si ridipingono i pali: “grigio chiaro fanno già un altro effetto”.Mentre per il futuro ci si dovrebbe affidare, nella zona centrale, ad una inverosimile elettrificazione da terra o ad una improbabile alimentazione a batteria. Lungi da noi voler colpevolizzare il dott. Pessina per lo sciagurato progetto tranviario, soprattutto dopo che la missione consultiva dell’UNESCO, in visita al “Patrimonio dell’umanità” nel maggio del 2017, si era espressa con favore su quell’opera, definendola “cruciale per l’ulteriore sviluppo di una strategia di mobilità sostenibile per il centro storico”. Evidentemente anche a loro il progetto non faceva un brutto effetto (chi mai si poteva immaginare tutti quei fili e quei pali ?). Però in vista di un futuro più prossimo per il Soprintendente Pessina, come per tutti coloro che dirigono onestamente pubblici uffici e più in generale per l’opinione pubblica fiorentina, c’è un banco di prova per dimostrare fattivamente il proprio rammarico. Lo stesso quotidiano La Nazione ci informa infatti che 30 milioni sono in arrivo dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per estendere il sistema tranviario. E che il Ministro Del Rio ha firmato un decreto per destinare 191 milioni a sette aree metropolitane per “migliorare l’offerta di servizi di trasporto pubblico locale nelle aree metropolitane, le linee tranviarie e il materiale rotabile” Questo finanziamento che risulterà di qualche decina di milioni si sommerà a quello precedente di 47 mln e agli ulteriori 148 mln (Sblocca Italia + Patto per Firenze), oltre agli 80 mln di fondi comunitari per l’ulteriore prosecuzione delle linee tranviarie. Circa 300 milioni disponibili quindi. Per fare cosa ? Per proseguire con quella stessa tramvia lungo viale Spartaco Lavagnini in direzione di piazza della Libertà, girarci intorno ed entrare in viale Matteotti, imboccare via Cavour fino a piazza S. Marco e tornare indietro lungo via La Pira/Lamarmora. Con le conseguenze che ora nessuno può dire di non aver immaginato. E’ questo infatti ciò che il Sindaco Nardella ed il suo Assessore Giorgetti sono fortemente intenzionati a realizzare. Per rimediare in parte al latte versato basterà che il dott. Pessina, per quell’area dove vige il vincolo paesaggistico, impedisca il sorgere di un’analoga foresta di pali, rendendo un gran servigio alla città e al panorama e impedendo, tra l’altro, lo scempio che si sta compiendo di qualsiasi sistema di trasporto a Firenze. L’alternativa, indicata da lui stesso e da La Nazione , l’avevamo già segnalata noi nel nostro blog e sulla nostra pagina Facebook: mezzi leggeri, senza rotaie e senza fili, a batterie e molto più agili per effettuare l’attraversamento della città, come in Cina:
Cina: il tram del futuro QUESTA VOLTA NON SI POTRA’ DIRE: NOI NON CREDEVAMO».
Questo il parere e la critica del Comitato, ma noi vogliamo ricordare a loro stessi, ma soprattutto al Comune che non occorreva andare fino in Cina per trovare la soluzione. Bastava guardare a quello che avevano realizzato le giunte Destro e Zanonato a Padova, dove la nuovissima linea del tram, fin dal 2006, ha attraversato il Prato della Valle, la storica piazza patavina, senza pali e fili, con una trazione a batteria, accumulando l’energia nel precedente tragitto. Grazie alla preveggenza e al buon senso degli amministratori e dei progettisti il Pra’ della Valle, simbolo della Città del Santo, non è stato deturpato. Come sembra invece dover fatalmente accadere per l’area della Stazione principale di Firenze. Davvero un bel benvenuto ai viaggiatori e ai turisti.
Vorremmo dire, parafrasando Sherlock Holmes, Elementare Dario!, anche se Nardella è il meno responsabile, visto che si è trovato il progetto già sfornato e approvato dai suoi predecessori!