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Firenze: al Teatro della Pergola «Intrigo e amore» di Friedrich Schiller chiude la stagione 2017/2018

Daniela Duchi, Nicolo Giacalone e Mariangeles Torre in «Intrigo e amore» (ph. Bepi Caroli)

FIRENZE – Imperdibile l’ultimo spettacolo in cartellone per la stagione 2017/2018 al Teatro della Pergola, dove  da martedì 17 a domenica 22 aprile il Teatro Stabile di Genova porta «Intrigo e amore» di Friedrich Schiller: storia di un legame profondo e impossibile, di intrighi e gelosie, verità e menzogne, corruzione e libertà; in scena Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Enrico Campanati, Andrea Nicolini, Orietta Notari, Stefano Santospago, Simone Toni, Mariangeles Torres, Marco Avogadro, Daniela Duchi, Nicolò Giacalone.

In pieno Sturm und Drang, il giovane Schiller chiama in causa passioni gigantesche, spettacolarmente colorate di forti toni teatrali melodrammatici, che non a caso nel secolo seguente offrono materia per la «Luisa Miller» di Giuseppe Verdi.

Spiega il regista Marco Sciaccaluga: «È un testo veramente “smisurato”, per dirla con il poeta Friedrich Hölderlin; procede per grandi sequenze messe una dopo l’altra, che infine però raggiungono la finalità di raccontare una storia compiuta: coinvolgente, emozionante, con al centro l’uomo e le sue contraddittorie passioni».

Il nucleo è il conflitto tra il potere tirannico e il diritto alla felicità dell’essere umano, rappresentato nell’incontro-scontro fra due classi, la nobiltà e la borghesia. Il potente Presidente Von Walter vuole che il figlio Ferdinand sposi Lady Milford, la favorita del Principe, ma il giovane non si rassegna a rinunciare alla felicità con la figlia di un violoncellista, Luise Millerin.

Friedrich Schiller ha scritto «Intrigo e amore» nel 1783, a soli 24 anni. La modernità del dramma sta nell’attacco all’assolutismo del potere, nella difesa della libertà d’amare, nella giovanile volontà di ribellione, nella rabbiosa denuncia dei privilegi di casta. Raccontando il contrastato amore tra il nobile Ferdinand e la borghese Luise Millerin, Marco Sciaccaluga prende di petto i problemi sociali dell’età di Schiller e li mette a confronto con la spontanea purezza del sentimento amoroso nel quale, pochi anni prima della Rivoluzione francese, si possono già intravedere i segni d’inizio del mondo moderno.

«Per Schiller Shakespeare è un modello, al quale guardare non tanto per copiarlo, quanto per reinventarlo – spiega Sciaccaluga – quello che lo affascina è un teatro dove Bene e Male convivono nel magma dell’umano, un teatro che pone l’uomo al centro del mondo rappresentato. È da questo modello che nasce in “Intrigo e amore” quell’alternanza di alto e basso, di tragico e di comico che è tipicamente shakespeariana e sempre molto evidente nella scrittura di Schiller».

Un classico che, riproposto ora nella nuova traduzione di Danilo Macrì, punta con decisione, per dirla con il critico letterario Ladislao Mittner, a «fondere compiutamente la tragedia politica e quella amorosa, perché erompono da un solo, indivisibile e disperato anelito giovanile di libertà e d’amore»

Il nobile Ferdinand è figlio del potente Von Walter, Luise Millerin, invece, è figlia di un umile violoncellista, Miller. Il padre del giovane cerca in ogni modo di ostacolare l’unione e di convincere Ferdinand a sposare Lady Milford, la favorita del Principe, anche per ottenere una promozione. Il sentimento sincero e profondo del ragazzo, però, non lo fa desistere dal desiderio di sposare Luise. Il Principe e il suo Segretario Wurm (in italiano “verme”) escogitano allora un bieco intrigo, messo in atto con la complicità del Maresciallo Von Kalb, che conduce la vicenda a un epilogo drammatico.

«La legge dei padri ha insegnato a Luise che il suo è un amore proibito – interviene il regista – e anche Ferdinand è continuamente assalito dal dubbio. Loro non sono Romeo e Giulietta, il loro è vero amore, ma anche un continuo dubitare dell’amore. Ferdinand è un personaggio che rinvia sia ad Amleto, sia a Otello. Dubita ed è morso dalla gelosia: con queste premesse basta un nulla perché l’amore si tramuti in odio. Nel dramma di Schiller, poi, il vero organizzatore dell’intrigo è il segretario Wurm, una specie di Jago, ancor più impegnato qui a svolgere il ruolo del drammaturgo».

Una miscela gotica nella quale, malgrado gli sviluppi tragici, c’è spazio anche per il comico e il grottesco, come evidenzia il regista: «Innanzitutto, nel Maresciallo Von Kalb, che è un personaggio radicalmente ridicolo, quasi un clown: tutto porta a vedere in lui un meraviglioso scemo inconsapevole. Poi c’è del comico in Miller e anche in sua figlia Luise, con tutta la sua voracità di ascesa sociale, mentre l’istrionismo del Presidente sfiora sovente il registro del grottesco. Se a questo aggiungiamo anche l’ironia che caratterizza quasi tutti i personaggi (in Ferdinand sovente la disperazione prende la maschera del sarcasmo), viene davvero da domandarsi come mai, con questo straordinario talento comico, Schiller non abbia mai scritto una commedia in vita sua».

Teatro della Pergola (via della Pergola 18, Firenze)

Da martedì 17 a domenica 22 aprile (ore 20:45; domenica ore 15:45)

Teatro Stabile di Genova presenta «Intrigo e amore» di Friedrich Schiller, versione italiana Danilo Macrì, con Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Enrico Campanati, Andrea Nicolini, Orietta Notari, Stefano Santospago, Simone Toni, Mariangeles Torres, Marco Avogadro, Daniela Duchi, Nicolò Giacalone; scena e costumi Catherine Rankl; musiche Andrea Nicolini; luci Marco D’Andrea; regia Marco Sciaccaluga.

Durata: 3h circa, intervallo compreso.

Biglietti da 14 a 34 euro. Biglietteria Teatro della Pergola, Via della Pergola 30, Firenze, 055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com. Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30. Circuito regionale Boxoffice anche online

 

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