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Lavoro: oltre 5 milioni di italiani impegnati per il 25 aprile e il 1 maggio

Uffizi pieni di turisti

MESTRE – La festa della Liberazione (25 aprile) e quella del Lavoro (1 maggio) non saranno giorni festivi per quasi 5 milioni di italiani, impegnati in attività che richiedono la loro presenza anche in tali occasioni. si tratta evidentemente dei settori alberghiero e della ristorazione, del turismo, dei trasporti, di servizi essenziali, del commercio.

E’ quanto rilevato dall’Ufficio studi della Cgia che evidenzia anche i numeri delle presenza nei principali settori: in quello degli alberghi/ristoranti (688.300 lavoratori dipendenti coinvolti incidono sul totale degli occupati dipendenti dello stesso settore per il 68,3 per cento). Seguono il commercio (579.000 occupati pari al 29,6 per cento del totale), la Pubblica amministrazione (329.100 dipendenti pari al 25,9 per cento del totale), la sanità (686.300 pari al 23 per cento del totale) e i trasporti (215.600 pari al 22,7 per cento).

«Negli ultimi 10 anni – ricorda il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – gli occupati nei giorni festivi sono aumentati soprattutto tra i dipendenti e in misura più contenuta anche tra gli autonomi. Nel settore del commercio, grazie alla liberalizzazione degli orari introdotta dal Governo Monti, una risposta alla crisi è stata quella di accrescere i giorni di apertura dei negozi».

Le realtà territoriali dove il lavoro festivo è più diffuso sono quelle dove la vocazione turistica/commerciale è prevalente: Valle d’Aosta (29,5 per cento di occupati alla domenica sul totale dipendenti presenti in regione), Sardegna (24,5 per cento), Puglia (24 per cento), Sicilia (23,7 per cento) e Molise (23,6 per cento) guidano questa particolare graduatoria. In coda alla classifica, invece, si posizionano l’Emilia Romagna (17,9 per cento), le Marche (17,4 per cento) e la Lombardia (16,9 per cento). La media nazionale si attesta al 19,8 per cento.

«Rispetto a qualche anno fa – conclude il segretario della Cgia Renato Mason – anche i giovani sono più disponibili a lavorare la domenica e nei giorni festivi. Con poche possibilità di entrare stabilente nel mercato del lavoro, ogni opportunità viene accolta senza battere ciglio, anche se al Nord non sono poche le denunce sollevate da molte imprese perché faticano a trovare lavoratori disponibili a lavorare di notte e/o nei giorni di festa».

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