Voto a giugno: no del Quirinale. Due ipotesi: governo di tregua o elettorale
ROMA – L’ipotesi di tornare a votare a giugno è impraticabile. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha registrato la proposta di Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, ma dal Colle si fa intendere che i tempi non possono essere quelli. Più realistica la possibilità di votare a ottobre. Dopo la netta chiusura di Matteo Renzi a un accordo con i Cinque stelle, l’appuntamento della direzione Pd del 3 maggio è quasi ininfluente per la formazione di un Governo. Il Colle ne ha preso atto derubricando dal taccuino anche questa strada. Restano in piedi quindi due sentieri che necessitano di una decisa spinta presidenziale: un Governo di tregua – il preferito da Mattarella – per arrivare alla fine dell’anno e permettere l’approvazione della Finanziaria; un Governo elettorale per riandare a elezioni tra fine settembre e gli inizi di ottobre.
Se il Movimento Cinque stelle è uscito allo scoperto chiedendo elezioni già a giugno, non è chiaro cosa abbia veramente in mente Matteo Salvini. Che però non si è associato alla richiesta di Di Maio per un ritorno al voto immediato. Fino a pochi giorni fa anche il segretario della Lega evocava apertamente il ritorno alle urne subito, mentre il suo alleato, Silvio Berlusconi, ieri come oggi, continua a ripetere che il presidente dovrebbe dare un incarico al centrodestra per tentare la sorte in Parlamento dove, il Cavaliere si mostra sicuro, la coalizione raggranellerebbe quei non pochi voti che gli mancano. Soluzione però che non piace al Quirinale, da sempre contrario all’idea di tentativi al buio.
Al di là di un Governo di tregua o del presidente, che è tutto da costruire intorno a una figura terza autorevole capace di coagulare consensi trasversali, resta il Governo elettorale. Ma come realizzare questo esecutivo balneare che avrebbe come obiettivi la gestione delle emergenze e della campagna elettorale agostana? Il presidente Mattarella sa benissimo che, senza un accordo di tutti, sarà impossibile chiedere a Paolo Gentiloni di restare a Palazzo Chigi. Serve quindi un nuovo Governo, in ogni caso. Anche per questo il capo dello Stato dovrà sondare le forze politiche e, in mancanza di un accordo, dovrà spendersi in prima persona. In quel caso Mattarella potrebbe partire con l’opzione larga, quel Governo di tregua per arrivare al 2019 e – difficile ma perchè no? – tentare una riforma del Rosatellum. Un Governo che potrebbe trasformarsi strada facendo in elettorale. Come? Inviandolo in ogni caso alle Camere dove le forze politiche sarebbero costrette pubblicamente a dare o non dare la fiducia. Senza fiducia, il presidente potrebbe tenere in carica quello stesso esecutivo fino al voto di ottobre.