Centri per l’impiego: costano 600 milioni l’anno, ma trovano lavoro solo al 3% dei richiedenti
ROMA – Una notizia pubblicata oggi dal Messaggero fa riflettere sull’efficacia delle riforme in tema di lavoro realizzate dagli ultimi governi. In particolare sull’economicità dell’azione di costose infrastrutture istituite in sede locale con il compito di agevolare giovani e meno giovani nella ricerca del posto di lavoro. Il risultato è impressionante per la negatività di queste riforme, come del resto molte di quelle introdotte recentemente, anche dal governo Renzi. Spendiamo circa 600 milioni l’anno per mantenere in vita i Centri per l’impiego. Soldi gettati al vento o quasi. Perché i 556 Centri sparsi su tutto il territorio nazionale costano tanto, ma riescono a trovare un posto solo al 3% di chi si rivolge agli uffici di collocamento. Una percentuale quasi insignificante, la più bassa in Europa (Francia e Germania sono sopra il 20%). La cifra di chi bussa ai centri (Cpi), secondo le stime di Isfol e Istat, supera i due milioni e mezzo di persone, circa 360 mila al mese.
