Concorso polizia: agenti esclusi dalle prove riammessi con riserva dal Consiglio di Stato

ROMA – Sono stati riammessi al prosieguo del concorso in Polizia, una cinquantina di allievi agenti che erano stati esclusi, dopo aver superato le prove scritte. I ricorrenti hanno incassato il parere positivo del Consiglio di Stato: i giudici hanno rilevato la necessità di affrontare nel merito le questioni poste e hanno accertato che al «danno grave ed irreparabile lamentato dagli appellanti può porsi rimedio disponendone l’ammissione con riserva alle ulteriori prove di concorso, se necessario anche mediante la predisposizione di sessioni straordinarie». Per questo il Consiglio di Stato ha ordinato al Tar di fissare al più presto l’udienza di merito e nel frattempo, in via cautelare, ha riammesso al concorso gli esclusi.
La parte del bando sotto accusa è stata la seguente: «sarà convocato (alla prova di efficienza fisica), seguendo l’ordine della relativa graduatoria, un numero sufficiente di candidati tale da garantire la copertura dei posti messi a concorso», senza specificare quanti candidati sarebbero stati ammessi, salvo precisare che «la prova scritta si intende superata se il candidato riporterà una votazione non inferiore a 6 decimi».
In seguito alla correzione degli elaborati e alla pubblicazione della graduatoria, l’amministrazione ha stabilito e comunicato che sarebbero stati ammessi solo i primi 3.443 candidati. Tutto ciò è stato ritenuto illegittimo dal Consiglio di Stato poiché l’amministrazione, indicando il numero di candidati idonei a proseguire il concorso solo dopo la correzione degli elaborati, ha determinato chi fosse meritevole di superare la prova conoscendo l’identità dei concorrenti e la loro posizione in graduatoria. Un sistema contrario ai principi generali di trasparenza, par condicio e anonimato che dovrebbero caratterizzare i concorsi pubblici e garantire il buon andamento della procedura amministrativa.
