Governo: Conte stasera al Colle con la lista dei ministri. Savona c’è. Mattarella che cosa farà?
ROMA – Stasera, 27 maggio, scocca l’ora decisiva: nasce il governo Lega-M5S guidato da Giuseppe Conte, oppure in autunno l’Italia tornerà al voto. La dead line – fissata da Salvini e Di Maio ieri – è per questa sera. Le intenzioni del presidente del consiglio incaricato – al di là delle ultime difficoltà incontrate per la composizione della lista dei ministri – sono quelle di poter presentare la sua squadra ai mercati con giuramento e brindisi di rito già effettuati prima dell’apertura di settimana.
Sul tappeto resta ancora il nodo sul nome di Savona, che il Colle continua a ritenere inopportuno e che prospetta l’ultimo colloquio tra Conte e Mattarella prima dello scioglimento della riserva (se positivamente o negativamente saranno le ultime trattative in corso a stabilirlo), tutt’altro che rituale. Una domenica, in chiave di futuro governo, piena di incognite, dunque. E su cui pesano, e non poco, gli ultimatum dei leader di Lega e M5S. «O si chiude questa partita del Governo entro le prossime 24 ore o non si chiude più», ha infatti sentenziato ieri sera da Terni il capo politico del Movimento, non nascondendo impazienza e irritazione per una partita che ai supplementari e rigori sembra aggiungere l’opzione del lancio della monetina.
Stessi toni e stessa volontà di mettere un punto definitivo all’intera vicenda da parte del capo del Carroccio: «O si parte o per noi basta», taglia corto Salvini che si rende indisponibile ad ulteriori ed estenuanti trattative: «Mi rifiuto – scandisce da Martinengo (Bg) – i mutui non aspettano, la benzina non aspetta, gli sbarchi nemmeno». E aggiungendo di non essere nato per tirare a campare, traccia all’orizzonte l’unica alternativa di un voto anticipato. Ma le urne a settembre, è noto, sono l’ultimo dei pensieri del Quirinale, preoccupato di non avere un governo nella pienezza dei suoi poteri e, dunque, in grado di produrre una manovra che – oltre ad evitare un inedito esercizio provvisorio dello Stato – possa sterilizzare l’aumento dell’Iva. Senza dimenticare le scadenze europee che vedono l’Italia attesa al varco dagli altri partner nient’affatto comprensivi nei nostri confronti. A 83 giorni dal voto, dunque, l’unica certezza resta quella del conseguimento del record negativo di una gestazione per la formazione del governo mai così lunga nella storia della Repubblica. E che, almeno tra i commentatori politici, torna a far affacciare sullo scenario la possibilità – in caso di fallimento da parte di Conte – di un governo del Presidente.