Rifiuti, Confindustria Toscana Nord a Rossi: «Dove si smaltiscono scarti industria senza termovalorizzatore?»
FIRENZE – «Presidente Rossi, due domande: come intende gestire gli scarti del tessile, della carta, del manifatturiero in genere, da domani a quando il suo piano rifiuti porterà risultati? Quali soluzioni propone per il 30% di rifiuti solidi urbani che rimarrebbero comunque da smaltire, più i rifiuti delle imprese?». A rivolgerle al governatore, attraverso una nota, è Confindustria Toscana Nord.
Il comunicato così prosegue: «La Regione Toscana intende incentrare la gestione degli scarti civili e industriali sul riuso e sul riciclo, portando la raccolta differenziata a oltre il 70%: obiettivo condivisibile anche se occorrerebbero politiche di incentivazione per il
consumo dei prodotti riciclati, che faticano ad affermarsi sui mercati – aggiunge Confindustria – Occorrono almeno due o tre
decenni perché arrivino risultati significativi da politiche ambientali forti, decise e attrezzate anche a sanzionare e
reprimere gli abusi. Inoltre rimarrebbe sempre il problema di come smaltire il restante 30% e i rifiuti industriali, che non
sono poca cosa. Un esempio: considerando l’area Firenze-Prato-Pistoia, se anche tutte raggiungessero la quota di
differenziata più elevata, che è quella di Prato con il 70%, rimarrebbero almeno 250.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani
da smaltire ogni anno, alle quali sono da sommare 50.000 tonnellate di rifiuti tessili e ulteriori volumi di altri
settori. Una mole imponente».
Dunque, prosegue ancora Confindustria, rispetto allo stop del Consiglio di Stato per il progetto dell’inceneritore a Sesto
Fiorentino, «Non si capisce, la ragione della soddisfazione del presidente Rossi, con un problema rifiuti che monta di giorno in
giorno e lo spettro di incrementi forti di costi di smaltimento per imprese e famiglie».

Antonio Degli Onofri
Il problema RIFIUTI e’ risolvibile in maniera semplice ,solo che occorrerebbe la volonta’ di risolverlo.
Il fatto derivante dalla mancanza di volonta’ e’ legato agli enormi interessi di diversa natura che gravitano intorno a questo mercato(vedi gli ultimi casi rilevati dalla Guardia di Finanza sull’inquinamento dei terreni o gli incendi che ogni tanto si sviluppano in aziende del settore riciclo).
Nell’ultimo convegno MIAC 2018 e’ stata lamentata l’incidenza dei costi
sia dell’Energia Occorrente all’Aziende Cartarie, sia di quelli derivanti
dallo smaltimento degli scarti di lavorazione.
Problematiche facilmente superabili con Tecnologie Impiantistiche ido-
nee allo scopo, tecnologie che permetterebbero all’Aziende di autopro
dursi l’Energie Primarie occorrenti utilizzando a ZERO Km. i propri scarti di lavorazione, riducendo quindi l’inquinamento ambientale cau-
sato dal traffico di automezzi pesanti per le strade, aumento occupa-
zionale per cui rilancio dell’economia locale, rispetto delle direttive
dell’UE in merito all’economia circolare.
Quello che ferma le Aziende da intraprendere queste iniziative in Italia,
tanto e’ vero che le fanno nei loro stabilimenti Esteri, e’ la continua atti-
vita’ di associazioni ambientalistiche e personaggi conosciuti che demo-
nizzano indifferentemente qualsiasi iniziativa proposta ad investimenti del genere con assemblee, manifestazioni e cortei che non solo pregiu
dicano lo sviluppo economico occupazionale della zona, ma incoscia-
mente hanno permesso ad oggi l’utilizzo di questi rifiuti per inquinare i ns.terreni e le acque che, dopo il sole, sono la prima fonte di vita della
terra.