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Firenze: morta Wanda Lattes, decana dei giornalisti. Aveva 96 anni. Ha lavorato fino all’ultimo istante

Wanda Lattes

FIRENZE – Si è spenta Wanda Lattes, personaggio simbolo del giornalismo fiorentino. Aveva 96 anni, ma è stata una giornalista impegnata fino all’ultimo dei suoi giorni. Nata da una famiglia ebraica colpita dalle leggi razziali, partecipò alla Resistenza. Nel 1945 il matrimonio con Alberto Nirenstein, polacco della brigata ebraica. Poco dopo  le nozze, nel 1949, s’immerse nel giornalismo: prima al Nuovo Corriere di Romano Bilenchi,  poi al Giornale del Mattino e, a metà degli anni Sessanta, a La Nazione. Si occupava di arte e cultura, ma era spesso in prima fila anche come cronista. Molto seguiti, nel 1969, i suoi articoli sulla scomparsa di Ermanno Lavorini, un caso che fece epoca e che Wanda raccontò  con grande trasporto emotivo. Ha lavorato per il Corriere della Sera da Firenze e nel Corriere Fiorentino, che ha contribuito a fondare, dove è stata fino a un istante prima di spegnersi. Famosa e apprezzata la sua rubrica «Via Lattes». L’Associazione Stampa Toscana, sindacato unico e unitario dei giornalisti, ha partecipato al lutto della famiglia, stringendosi alle figlie di Wanda, Fiamma, Simona e Susanna. Partecipazione alla quale si unisce la redazione di Firenze Post.


Non nascondo un moto di profonda commozione, mentre scrivo queste poche righe. Conoscevo Wanda Lattes da oltre 50 anni, cioè da quando arrivai a La Nazione, come collaboratore con i calzoni corti, nel 1966. Wanda era già stata impegnata nella Resistenza e, poco dopo, si era immersa nella professione seguendo l’avventura di Romano Bilenchi al Nuovo Corriere e, quindi, al Giornale del Mattino di Ettore Bernabei. A metà degli anni Sessanta approdò a La Nazione, fortemente voluta anche da uno dei miei grandi maestri: Giordano Goggioli. E’ vero che Wanda si occupava prevalentemente di arte e cultura, ma non ha mai disdegnato di stare in prima linea come cronista. Ricordo i suoi articoli sulla scomparsa di Ermanno Lavorini, a Viareggio, nel 1969: un esempio di come si racconta un caso drammatico. La sentivo, al telefono, abbastanza spesso anche in tempi recenti. Il suo lavoro al Corriere Fiorentino l’appassionava anche dopo i 90 anni. Ciao Wanda, sei stata un bell’esempio per tutti noi.

Sandro Bennucci

 

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