Stadio Roma: Malagò indagato. «Voglio chiarire subito»

ROMA – Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si è sentito a disagio, nei panni dell’indagato, nell’inchiesta giudiziaria sullo stadio che si dovrebbe costruire a Roma. Dichiara: «L’ho appreso dai giornali e voglio chiarire subito». Infatti chiede alla Procura di essere ascoltato rapidamente nella convinzione di diradare le ombre. Si sussurra che questa vicenda potrebbe mettere a rischio la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2026. A governo varato, dopo molte difficoltà, la strada sembrava in discesa per la candidatura italiana, con Milano, Torino e Cortina pronte a giocarsi le loro carte in attesa del consiglio nazionale del Coni del prossimo 10 luglio che deciderà il nome della città da candidare in vista della sessione del Cio a Buenos Aires in programma alla meta’ di ottobre.
Il nuovo colpo giudiziario-scandalistico attorno a un progetto sportivo italiano non cambia nulla dal punto di vista di Losanna, fanno notare fonti del Cio. Se, dopo ripetute edizioni asiatiche, arrivasse la candidatura italiana sarebbe la benvenuta, anche perché il novero delle papabili si assottiglia con il passare delle settimane, ultima in ordine di tempo a rinunciare alla candidatura la svizzera Sion, costretta al dietro front dopo il referendum tra la popolazione che ha bocciato senza mezzi termini l’ipotesi giochi olimpici. Resta però il nodo dei tempi, e dell’appoggio pieno della
politica, indispensabile ma ora più complicato dopo gli sviluppi dell’inchiesta stadio. «Di Olimpiadi 2026 non mi occupo io: vinca il migliore», si e’ limitato a dire Matteo Salvini. Malagò, nei giorni scorsi, aveva incontrato il via informale il neo sottosegretario con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, per riferire lo stato dell’arte dello sport italiano. E in attesa di un posizione definitiva dei Cinquestelle, la dead line del Coni è il 10 luglio quando dovrà decidere la città da candidare.
