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Grandi manovre al Viminale, vertici da confermare o da cambiare. Gabrielli sarebbe sub iudice

Ogni governo, soprattutto quando si assiste a un’inversione di rotta radicale come in questo caso, programma il ricambio dei vertici più importanti dello Stato, è naturale, al di là della recente applicazione, anche in Italia, della regola americana dello spoils system.

Lo aveva annunciato Di Maio, lo sta progettando anche Salvini, che per ora ha confermato i titolari dei posti di vertice del suo ministero, in attesa di comprendere meglio come muoversi e quali eventuali cambiamenti effettuare. Oltretutto un intervento e alcuni spostamenti sono indispensabili a breve perché sono attualmente scoperte le prefetture di Firenze, Bologna e Venezia, tre sedi particolarmente delicate, con Firenze adesso nell’occhio del ciclone per la questione nomadi. Ormai subito dopo le elezioni di domenica probabilmente si procederà a qualche cambiamento in sede centrale e alla copertura delle sedi vacanti.

Salvini la prima mossa l’ha fatta subito, chiamando accanto a sé come Capo di Gabinetto, vale a dire come suo uomo di fiducia, Matteo Piantedosi, già prefetto di Bologna e ancora prima Vicecapo della Polizia.  Un’ottima scelta iniziale, ma sembra che il ministro stia puntando al ricambio di altri vertici in posti sensibili, e girano indiscrezioni e anticipazioni.

Da Dagospia.com traiamo un’anticipazione che ci pare verosimile. Il sito, sempre molto ben informato anche sulle questioni della sicurezza, anticipa che Matteo Salvini  vorrebbe lasciare la sua impronta indelebile sulla struttura del Viminale. Per questo ha preso un «prefetto di ferro» cresciuto alla severa scuola di Gianni De Gennaro come capo di gabinetto: Matteo Piantedosi, proveniente da Bologna. E adesso i due Matteo, Salvini e Piantedosi, secondo la testata citata, avrebbero intenzione di procedere a cambiamenti radicali.

La prima decisione sarebbe quella di un cambio del capo della Polizia, visto che Franco Gabrielli era stato confermato lo scorso 8 maggio perché il suo incarico era in scadenza e non c’era ancora un governo. I due starebbero scegliendo un sostituto nell’attuale prima linea, e c’è chi giura sia questione di giorni.

Ma probabilmente il ministro non si dovrebbe fermare qui e procederebbe ad altri mutamenti, magari ascoltando i suggerimenti dell’ex titolare del Viminale, Roberto Maroni, che conosce bene l’ambiente, anche se ormai le sue conoscenze rimontano a data abbastanza lontana. Così vanno le cose in tutti i ministeri, anzi in tutti gli ambienti pubblici e privati.

 

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Ezzelino da Montepulico


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