Skip to main content

Carabinieri forestali: l’Associazione Unforced chiede la verifica del versamento dei contributi previdenziali

ROMA – Acque agitate ancora in seno al personale ex forestale passato manu militari da Renzi nell’Arma dei carabinieri. Scassando due antiche istituzioni senza alcun concreto giovamento per nessuna delle due, solo per la vanagloria di dire: l’ho fatto io. Ma così andavano le cose ai tempi, passati, del rottamatore.

Adesso l’Associazione Unione Forestali, Carabinieri e Diritti (UNFORCED) vuole vederci chiaro sulla correttezza dei contributi previdenziali versati dallo Stato per i propri assistiti e ha dato mandato al suo avvocato di verificare la sussistenza di una eventuale omissione nel versamento degli stessi agli ex appartenenti del Corpo Forestale dello Stato, con valutazione degli eventuali profili di rilevanza penale.

« Sta emergendo in queste ultime settimane – il legale – una situazione di forte preoccupazione per tutti i dipendenti dell’ex Corpo Forestale dello Stato: in alcuni casi si sarebbe verificato l’omesso versamento di contributi previdenziali da parte dell’allora amministrazione del CFS e stiamo verificando se la incompletezza della posizione contributiva abbia interessato la generalità dei lavoratori».

L’ennesima conseguenza, inverosimile per una Forza di Polizia, scaturita dalla scelta, operata all’epoca dai vertici di Carabinieri e CFS, di concludere l’assorbimento disposto dalla legge Madia ad ogni costo ed a qualunque prezzo, nel rispetto dei tempi dettati dal Governo Renzi  più che dal buon senso, e a dispetto della completezza della documentazione amministrativa che accompagna ciascun dipendente.

«Ferme restando le responsabilità, che potrebbero avere anche rilevanza penale, in capo alla dirigenza del Corpo Forestale dello Stato, è sconcertante il fatto che l’Arma dei Carabinieri, subentrata nei rapporti attivi e passivi al CFS, non abbia ancora dimostrato concretamente di voler risolvere il problema sollevato da coloro che sono oggi suoi dipendenti a tutti gli effetti, lasciando dunque i militari in una situazione di incertezza su un tema, quello del trattamento di quiescenza e della buonuscita, che rischia di comprometterne la serenità lavorativa e la qualità di vita in vecchiaia. Per questo motivo – conclude l’avvocato – valuteremo ponderatamente di procedere contro il datore di lavoro se il problema riscontrato non rientrasse».

carabinieri, contributi, Forestali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741