Firenze, investimento e morte Duccio Dini: quattro nuovi arresti. Commando per uccidere

FIRENZE – Custodia cautelare in carcere per quattro uomini di etnia rom nell’ambito delle indagini sulla morte di Duccio Dini, il 29enne che, in sella al suo scooter, fu travolto il 10 giugno scorso in via Canova a Firenze durante un inseguimento tra più auto. I carabinieri hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip su richiesta della procura fiorentina.
Per la morte del 29enne erano già stati arrestati il 65enne Amet Remzi e il 36enne Mustafa Dehran, entrambi rom, accusati di omicidio volontario. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa presso il comando provinciale dei carabinieri di Firenze, alla presenza del procuratore capo Giuseppe Creazzo.
AGGIORNAMENTO DELLE 14,00
Durante la conferenza stampa dei carabinieri, alla presenza del procuratore Giuseppe Creazzo, è emerso che Duccio Dini è stato vittima di «un commando, partito per uccidere una persona e che alla fine ne ha uccisa un’altra». Lo ha detto il procuratore Creazzo, commentando l’esito delle indagini, nell’ambito delle quali sono state arrestate altre quattro persone dopo l’arresto del 65enne Remzi Amet e del 36enne Dehran Mustafa, bloccati in flagranza subito dopo il fatto. In manette sono finiti i conducenti di due delle vetture impegnate nell’inseguimento: il figlio di Remzi Amet, Antonio Mustafa, e il nipote, Remzi Mustafa. Entrambi sono accusati di omicidio volontario per la morte di Duccio Dini e di tentato omicidio nei confronti del cognato di Remzi Amet, un 43enne contro il quale avevano organizzato la spedizione punitiva.
Arrestati per tentato omicidio anche i due uomini a bordo di un furgone, il figlio di Remzi Kole Amet e il cognato Emin Gani, che hanno partecipato solo alle fasi iniziali dell’inseguimento: la foratura di uno pneumatico li avrebbe bloccati. Nei loro confronti è stato eseguito il prelievo di un campione biologico di saliva per ulteriori riscontri
investigativi.
