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Profughi in Europa: si riapre la rotta balcanica, problemi in Bosnia, il campo di Velika Kladusa

Una realtà nascosta, che pochi conoscono, raccontata da due cronisti coraggiosi di un giornale online che si occupa soprattutto di economia. Si parla infatti delle rotte del mediterraneo seguite dai migranti per arrivare in Europa, ma molti ignorano che, seppur i passaggi siano molto diminuiti, anche la rotta balcanica è ancora frequentata dai disperati che vogliono entrare in Europa, meta soprattutto la Germania.

Su questa rotta, come narra il periodico Interris, si trova Velika Kladuša, un campo profughi informale a poche centinaia di metri dal confine bosniaco-croato nel cantone Una-sana, raggiunto dai collaboratori di Teleborsa Nicola Fornaciari e Gabriele Gatti impegnati in un difficile viaggio-reportage con notizie e immagini attraverso le zone della ex Jugoslavia. Nuove rotte battute, irte di difficoltà, ormai percorse di continuo da migliaia di profughi per gran parte in fuga dai conflitti medio-orientali, per raggiungere a ogni costo quel sogno europeo di una vita migliore, che poi per tanti tale non si rivelerà affatto.

Anche qui, come nelle altre numerose e diverse zone attraversate, ci si trova di fronte a una distesa di tende, spettacolo che ci si ripresenta con incredibile frequenza ogni pochi chilometri, e a edifici fatiscenti gremiti di profughi che portano ancora i segni dei bombardamenti degli anni ’90.

Oggi, dopo venticinque anni, nuove violazioni dei diritti umani si consumano nella Bosnia dell’ovest. Stavolta sotto forma di respingimenti coatti e pestaggi da parte della polizia croata nei confronti dei migranti che provano ad attraversare i confini per dirigersi verso il cuore dell’Europa.

Nonostante l’insopportabile calura agostana, nessuno qui dimentica che l’arrivo dell’inverno è imminente. E incombe la paura, per il gelido freddo proprio dei territori balcanici. L’unico rimedio che le agenzie intergovernative prevedono di mettere in atto per fronteggiare la situazione, è l’apertura di nuovi campi profughi, che rischiano d’innescare nuove tensioni. Per la mancanza di piani a lungo termine da parte degli enti internazionali per la gestione dei migranti, le braci di un conflitto vecchio appena di poco più di vent’anni si stanno risvegliando, col rischio reale di estendere l’incendio anche altrove.

Questi ci hanno detto gli autori dell’interessante reportage che ha svelato una realtà sconosciuta a molti italiani ed europei, ma che dovrebbe mettere in allarme i governanti dei paesi Ue e la stessa Ue. Che invece, sotto questo aspetto, sembrano dormire sonni profondi.

Forse leggendo quelle pagine si sono svegliati anche i Medici senza frontiere, l’Ong che imperversa in tutt’Europa, segnalando, con colpevole ritardo (sono troppo impegnati a denigrare Salvini) che « le codizioni umanitarie degli oltre 4000 migranti e rifugiati che stanno trovando rifugio in campi informali e abitazioni occupate lungo il confine della Bosnia con la Croazia sono pessime e rischiano di peggiorare con l’arrivo dell’inverno. Nella città di Velika Kladusa, circa 1000 persone vivono in tende e rifugi improvvisati fatti di teloni e altri materiali di fortuna».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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