No Way: la ricetta australiana contro i migranti che piace a Salvini. Respingimento totale

ROMA – Salvini ha più volte ripetuto che il suo modello d’accoglienza per i barconi e per le navi, anche italiane, che ci scaricano migranti irregolari a iosa, è quello vigente in Australia, il ‘No way’. Nessuno di coloro che vengono presi in mezzo al mare mette piede sul suolo australiano. L’obiettivo è quello di creare nei Paesi di partenza degli sportelli europei che decidano quali sono veramente i migranti che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni e hanno quindi diritto di partire. Ma con mezzi di trasporto sicuri, non in gommone, in balia dei trafficanti e della Ong.
In un video che risale al 2013, anno in cui l’esecutivo australiano guidato da Tony Abbott avviò l’operazione Confini Sovrani (Operations Sovereign Borders) e si affidò all’esercito per costringere i barconi in arrivo sulle coste australiane ad invertire la rotta, il generale Angus John Campbell affermava: «E’ politica e pratica del governo australiano intercettare qualsiasi nave che sta cercando di entrare illegalmente in Australia e accompagnarla in sicurezza oltre le nostre acque. Se viaggi in barca senza visto non ti farai una casa in Australia. Le regole si applicano a tutti: famiglie, bambini, bambini non accompagnati, educati e qualificati. Non ci sono eccezioni. se vieni in Australia illegalmente in barca non avrai mai modo di diventare cittadino australiano».
Il Viminale sta studiando la ricetta australiana per debellare la piaga dell’immigrazione clandestina. Il Governo australiano, adesso peraltro in crisi, da anni ha organizzato una vera e propria operazione militare che prevede il respingimento sistematico di tutti i migranti che arrivano in Australia in modo illegale. Le imbarcazioni intercettate in mare vengono riportate nei porti di partenza come ad esempio quelli dello Sri Lanka e dell’Indonesia. I migranti invece in alcuni casi vengono condotti in centri di identificazione a Papua Nuova Guinea oppure a Nauru. Un piano che costa, ma molto meno dell’accoglienza buonista in salsa italiana che ci pesa per 5 miliardi. Negli ultimi anni il governo di Canberra ha speso infatti solo circa 300 milioni di euro. Resta il problema grave che, mentre probabilmente l’Australia ha stretto accordi con i due paesi citati, che si riprendono i clandestini, mentre i tanti Paesi africani ancora non hanno stretto accordi con l’Europa, che dorme i sonni del giusto.
