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Salvini: incriminato per deposizione di un prefetto che conferma, ho eseguito l’ordine

ROMA – Le agenzie svelano il contenuto delle deposizioni dei due prefetti, dirigenti del Dipartimento Immigrazione e libertà civili del Ministero dell’Interno, interrogati sul caso Diciotti  dai pm di Agrigento. Escludendo che le indiscrezioni provengano dagli interessati, probabilmente la fuga di notizie arriva da altra fonte qualificata.

L’Ansa di Palermo, e questo è già un indizio significativo,  rivela che il prefetto Bruno Corda, sentito ieri come testimone dai pm di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta sulla privazione della libertà dei migranti soccorsi dalla nave Diciotti, avrebbe detto ai magistrati di aver semplicemente eseguito una disposizione ricevuta dal capo di Gabinetto del Viminale. Corda è il vicecapo del Dipartimento delle Libertà Civili del Ministero dell’Interno.
I magistrati hanno sentito anche il suo capo, il prefetto Gerarda Pantalone, che avrebbe fatto presente di essere stata in ferie nei giorni in cui si sono svolte le vicende.

La deposizione di Corda, che peraltro ha confermato quanto già anticipato dallo stesso Salvini, sarebbe stata uno degli elementi che hanno indotto gli inquirenti ad iscrivere nel registro degli indagati per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale il ministro dell’Interno e il capo di gabinetto Matteo Piantedosi, che avrebbe trasmesso per telefono le disposizioni del Ministro.

Bruno Corda, arrivato dalla prefettura di Como il 23 luglio scorso, si è trovato a gestire una situazione estremamente delicata solo dopo pochi  giorni dall’assunzione del nuovo incarico. Per questo, nel colloquio col procuratore, secondo le agenzie di stampa si sarebbe limitato a dire che gli era stato ordinato di far così e lui non si è opposto all’ordine, ritenendolo probabilmente (e correttamente) legittimo. Se no avrebbe dovuto pretendere un ordine non telefonico, ma scritto, e dichiarare la sua opposizione se lo avesse ritenuto illegale. Correttamente quindi ha detto la verità al procuratore, che di questa dichiarazione si è servito per chiedere l’incriminazione di ministro e Capo di Gabinetto, e per quest’ultimo si chiede l’incriminazione, sembra, senza neppure essere stato ascoltato.

 

Corda, ministero, prefetto


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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