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Le opposizioni sono ancora inesistenti, ma il governo deve fare attenzione ai segnali di un nuovo 2011

Da un esame dei commenti politici dei vari giornali, al di là del dibattito stucchevole, ampliato dalla sinistra, delle diatribe fra Salvini, i magistrati e l’Europa, tutti in soccorso della sinistra, mentre si parla di un’improbabile crisi di governo dovuta proprio a questi interventi esterni, che puntualmente si rinnovano quando il potere passa al centrodestra e la sinistra teme di perdere le clientele,  vediamo la situazione delle opposizioni, che forse non hanno tanto da gioire, anzi sembrano ancora malconce a sei mesi dal voto.

FORZA ITALIA
Cominciamo dall’incerottata compagine del Berlusca, che stenta a risalire la corrente, surclassata dalla Lega di Salvini.  Prima o poi Berlusconi e il ministro dell’interno, in vista delle europee, s’incontreranno anche per accordarsi su Rai ed elezioni regionali. Ma la crisi dell’alleanza è evidente, con una situazione clamorosa che vede un partito dell’ex coalizione al governo e altri due all’opposizione.  Forza Italia non ha la forza di dar vita a una vera alternativa all’attuale governo, e la conseguenza di questo stallo è la sua decrescita continua, secondo alcuni sondaggi è scesa al di sotto della soglia del 10%. Occorre quindi darsi una mossa per tentare la risalita, ma tutto dipende dalle decisioni dell’ex Cavaliere, se farsi da parte e cercare un nuovo leader oppure continuare la sua avventura ormai in declino.

PD
Quello che, fino alla gestione Renzi compresa, fu il partito egemone, proprio a seguito di quella gestione e delle contraddizioni interne che ne sono nate è adesso in gravi difficoltà. Il partito si è liberato del Renzi segretario, che però controlla i gruppi parlamentari e non ci sta a togliere il disturbo per consentire al Pd di darsi un leader e una strategia. Dopo un periodo di pausa e di riflessione Matteo ha recuperato lo spazio mediatico e tutti si chiedono ma lui lo nega) se tornerà al timone del partito o se ne attenderà il disfacimento per creare un nuovo soggetto tutto suo, visto che controlla i gruppi parlamentari. Ma dovrà decidere alla svelta, le europee non sono lontane.

MELONI
E’ rimasta anche una piccola opposizione di destra, Giorgia Meloni che si è sganciata dall’ex Cavaliere e non è entrata al governo giallo-verde per l’ostracismo dei grillini. E’ costretta a fare opposizione o appoggio esterno, a seconda dei casi, di un governo apprezzato dagli elettori di destra. Non è una posizione facile per un partito che dovrà fare i conti con lo sbarramento delle elezioni europee che già nel 2014 lo mise fuori gioco.

SINISTRA

Il fallimento e la quasi sparizione della sinistra (Leu di Grasso, Rossi e Boldrini in particolare) saranno al centro di tre giorni di dibattiti politici promossi da ArticoloUno-Mdp, dal 21 al 23 settembre alla Leopolda di Pisa, non per nulla una Leopolda minore. I militanti si dicono sempre più preoccupati dallo scenario politico che sta tracciando il governo giallo-verde  che – dicono loro- lungi dall’affrontare i reali problemi del paese (lavoro, l’economia prima di tutti), sembra puntare solo ad alzare il conflitto sociale e a diffondere una cultura razzista e violenta, per celare la propria incapacità  e la mancanza di soluzioni. Ma sono altresì consapevoli che affinché la sinistra torni a far sentire forte la propria voce deve avere da un lato lumiltà di guardare ai propri errori e dall’altra il coraggio di costruire una valida alternativa: una visione diversa dell’Italia e dell’Europa, che sappia adeguare antichi valori ai cambiamenti epocali della società e guardare con occhi nuovi le sfide del futuro. Con questi propositi vedremo se andranno molto lontano. Ne dubitiamo.

Questa situazione dovrebbe facilitare la permanenza del governo giallo-verde, che però deve darsi una regolata e evitare di danneggiarsi da solo, soprattutto con le dichiarazioni troppo eclatanti dei due vicepremier. Alcuni segnali recenti, ultime le dichiarazioni di Draghi, fanno capire che non sia impossibile un golpe come quello del 2011 che disarcionò Berlusconi, con la scusa dello spread e la complicità decisiva di Napolitano. Ovviamente con attori diversi, ma sempre in posizione di preminenza.

confusa, politica, situazione


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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