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Mattarella, anche da Riga un avvertimento al Governo. L’Europa è su una china pericolosa

ROMA – Dopo le parole chiare dette recentemente nei confronti del Governo, e in particolare dei due vicepremier, il Capo dello Stato, in trasferta a Riga, in Lettonia, per il summit annuale del Gruppo Arraiolos, ribadisce che l’Unione gli sembra avviata su una china pericolosa: «Evitare la logica del dare-avere. Va fatto capire che niente è scontato né acquisito per sempre». Parla in generale, il Capo dello Stato, ma le allusioni sono evidenti: «L’Europa non sa cosa rischia. Litiga su migranti, soldi e frontiere come se fosse la cosa più normale». Sergio Mattarella è preoccupato, scorge nella situazione attuale le premesse di molto peggio. «Io sono avanti negli anni, sono nato durante i bombardamenti», ricorda ai 13 colleghi presidenti che partecipano al summit in Lettonia. «Si sta riproponendo un clima non soltanto concorrenziale ma di contrapposizione. Che poi diventa contrasto. Che si trasforma in ostilità e dopo, dopo non sappiamo cosa. Forse per questo mi è rimasta un’innata idiosincrasia verso qualunque nazionalismo. È ora di spiegare il pericolo, perché si dà troppo tutto per acquisito: il benessere, la libertà, la pace. Invece va fatto capire che niente è scontato né acquisito per sempre. Se i più giovani non si rendono conto, allora bisognerà dirlo con maggiore efficacia».

Da soli non contiamo nulla: «Quale Paese europeo può discutere amichevolmente, o non amichevolmente, con i colossi della comunità internazionale? Vale per le dispute commerciali, ma anche per la sicurezza, rispetto a ritorni di ostilità: potremo farci rispettare se resteremo uniti». E davanti a quanti stanno a calcolare il dare-avere con l’Europa, Mattarella dissente: «Mi sono sempre rifiutato di considerare l’Europa su questo piano. Non è il calcolo contabile che giustifica lo stare insieme. E non c’è movimento che ne possa mettere in discussione il valore. Bisogna quindi invertire la rotta seguita fino ad oggi e fare di più per la gente. Vale a dire far comprendere, in maniera palese, alle nostre pubbliche opinioni che anche le realtà attuali, il mercato unico, lo spazio Schengen, l’unione monetaria rispondono a questo stesso spirito, hanno lo stesso obiettivo. Mettere in comune il futuro degli europei».

Peccato che il presidente (demo)cristiano – nell’intento neppure troppo nascosto di screditare governo e forze populiste –  non abbia fatto alcun cenno ai guasti dell’Europa, al dominio di forze laiche, massoniche e protestanti, che stanno progressivamente eliminando le radici cristiane dell’Europa, alla preponderante influenza della finanza e dell’industria nel nostro continente. Altro che Europa dei popoli come si favoleggia, siamo nell’Europa dei mercanti e dei finanzieri che controllano tutto a livello internazionale e fanno cadere governi non graditi attraverso l’artifizio dello spread, contando sulla collaborazione di politici compiacenti. Ma non è in questo modo che il Presidente riuscirà a rilanciare, come aveva tentato di fare durante le consultazioni, il Pd, che si sta autodistruggendo. Mi sembra che neppure Mattarella, con tutta la buona volontà, possa far molto per impedirlo.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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